Mi accorgo di essere entrato in città quando il cartello “Gorizia” viene colto fuggevolmente dal mio sguardo, in quanto sono più interessato a vedere la bellezza del fiume Isonzo che lo sto attraversando sul ponte stradale. Un bel biglietto da visita. La serie di indicazioni stradali mi avvisa, inoltre, che mi trovo in una città di confine. Per mia negligenza, che maschero a me stesso con la scusa della improvvisa decisione di visitare anche questa città, ho dimenticato di portare con me qualche guida o, almeno, qualche piantina. Per fortuna, sulla quale contavo, trovo ben indicato un “info-point” della città. Oggi è festa, ma è possibile entrare utilizzando una qualsiasi tessera elettronica – dal bancomat a quella del supermercato per la raccolta dei punti – basta che abbia i dati del proprietario, i soliti nome, cognome ed indirizzo. La porta si apre e il computer si riavvia dandomi il benvenuto. Non lo dice nella mia lingua, poiché chi mi ha preceduto parlava un diverso idioma. Poco importa, basta selezionare una delle lingue proposte e … ci capiamo! Una serie di opzioni sulla schermata iniziale mi permette di selezionare quello che mi serve: un posto per dormire. Scorro le varie opportunità che mi vengono descritte, prezzo, disponibilità, ristorazione, (su una è indicato persino il menù del giorno) e altre indicazioni utili. Individuo la locanda che soddisfa le mie esigenze, e con un click prenoto la stanza. Un codice visualizzato sullo schermo indica che con questo posso poi recarmi alla reception per ritirate le chiavi o, in alternativa, mi permette di stamparne una ricevuta. Scelgo questa seconda opzione: non vado tanto d’accordo con le cifre! Non dista tanto dal luogo ove mi trovo, solo 4 km, ma preferisco scegliere un itinerario alternativo. Sono rimasto affascinato dal fiume e cerco se c’è una strada che mi permetta di seguirlo. Ecco c’è una pista ciclabile che scorre in parte lungo la sponda destra e in parte sulla sponda sinistra del fiume. Devo però aggiunge 2 km, ma ne vale la pena. Stampo e parto. Ripercorro il ponte. Non mi ero accorto all’andata, ma la ciclabile è in traverse di legno agganciate al ponte, una per ogni direzione. Dopo la leggera discesa, giro verso destra. Fatti poco più di due km, sul muro di un vecchio opificio, mi sembra, vedo degli interessanti “affreschi” moderni. Scatto qualche foto su quelli che suscitano il mio interesse. La segnaletica sulla ciclabile mi indica che tra un po’ dovrò girare a destra oppure, se volessi proseguire dritto, verso altre località del Collio, leggo. Dal ponticello che attraverso scorgo altri panorami interessanti: il fiume, sotto, le sponde alberate, le montagne a portata di mano davanti, tutti elementi con la dominate verde e sue sfumature. Molto bello. Sono arrivato all’albergo, che è posto davanti ad una imponente costruzione che, mi spiegheranno poi, è una stazione ferroviaria che era molto importante un tempo. La stazione si trova in un altro stato… Non posso rinunciare a fermarmi oltre al previsto. Le altre mete aspetteranno. Decido, il mattino seguente, di fare un giro in città, anzi nelle due città. Programmo questa escursione utilizzando le risorse di un portale utilizzando una connessione WiFi cittadina. Accendo il portatile. Dimenticavo: l’accesso si può acquisire negli info-point con le solite modalità: carta di credito, banconote. Trovo interessante che il territorio è stato suddiviso a zone ed ogni zona presenta qualcosa di descrittivo e fotografico su monumenti, eventi, storia in più lingue. Tra l’altro, è possibile scaricare quanto descritto, un file audio su un qualsiasi lettore MP3 per poi utilizzarlo nel luogo della visita. Scelgo alcuni di questi elementi e li scarico sul mio iPod. Sono, talvolta, complicato. Per raggiungere una mia meta, scelgo la strada più lunga. Il Ghetto degli Ebrei è a poca distanza da qui, ma vorrei vedere anche qualcosa d’altro, l’altra stazione. Una stazione più piccola di quella che ho di fronte a me, ma che permette di scoprire, da là, altre cose. Quindi prendo il treno, una specie di metropolitana leggera che collega le due stazioni ogni 15 minuti. Adesso è più facile caricare la bici, è senza bagagli. Durante il breve tragitto, ascolto la descrizione di quanto vedo con il lettore MP3. Non è difficile sincronizzare quanto si vede e quanto si ascolta. In stazione, prima di salire sul treno, ho selezionato il file corrispondente al numero scritto sulla tabella in buona mostra sul muro. In altre parole al numero 7 seleziono il file 7. Scendo alla stazione, inforco la bici e il bel viale alberato, ma è un corso – così è scritto sulla tabella stradale – mi porta al centro della città. Qui, le indicazioni stradali, disposte in modo ottimale e comprensibile, mi fanno capire che ho dimenticato di prendere in considerazione il castello che domina la città. Poco male, parcheggio la bici in uno dei tanti portabici, che tra l’altro, si trova vicino ad un altro info-point. Questo, invece, è aperto. Cortesemente, la persona che è “di turno” mi offre la possibilità di scaricare altri file audio sul Castello di Gorizia. Sono troppi… due basteranno: storia e mostra permanente sui giochi non elettronici. Il bus elettrico in pochi minuti mi trasporta nel piazzale del maniero. Scopro anche qui che la città è circondata del verde.
Finita l’escursione al castello, dove ho anche trovato la possibilità di ristorarmi con un buon menù e vini locali, ritorno alla mia bici per andare alla meta precedentemente prevista. Come prima, seleziono il file audio, questa volta il n. 3, quando sono in prossimità del cartello che indica quale file selezionare. Lungo la strada, grazie alla voce narrante, vedo che alcune chiavi di volta dei portoni prospicienti la strada hanno incisi sulla pietra dei numeri che corrispondono all’anno di costruzione della casa. Non sapevo che gli Ebrei avevano una numerazione diversa dalla nostra. Adesso lo so! Uscito dalla sinagoga, per completare la visita a questi luoghi, con la bici vado anche a vedere il cimitero ebraico, oltre confine. Ma dov’è? Forse quella linea colorata dipinta di traverso sulla pista ciclabile. Non è come quello di Praga, ma è sempre un luogo particolare. Alcune lapidi hanno dei sassolini sopra di esse.
Orami è tardi, devo rientrare in albergo. La ciclabile lungo la linea ferroviaria è molto comoda. Domani riprenderò il viaggio, sarò vicino ad un altro ponte, meglio sotto, sulla ciclovia dell’Isonzo.
Devo smettere di…
Nevio Costanzo
SOGNARE AD OCCHI APERTI, nell’anno di grazia 2158!
Ah mi piacerebbe visitare questo posto anche a me…
E la gente com’è?