La vicenda del “Contratto di Quartiere 2”, che prevedeva originariamente la costruzione in Campagnuzza di 54 alloggi secondo le moderne tecniche della bioedilizia, sta assumendo contorni kafkiani.
A luglio 2007 con la presenza dell’assessore all’Urbanistica Dario Baresi, Ater illustrava al CdQ della Campagnuzza il progetto definitivo per la costruzione di 24 (sic) alloggi e un asilo per 90 piccoli alunni. Il tutto già finanziato da Stato e Regione per l’importo di 8,5 milioni di euro già inserito nel bilancio comunale approvato dal Consiglio Comunale. A specifica domanda al dirigente Ater presente all’incontro, ing. Alessandra Gargiulo, circa i tempi della definitiva verifica da parte della Regione sulla rispondenza del progetto alle caratteristiche specifiche del bando del Contratto di Quartiere, veniva risposto che – stante la pausa agostana – risultava credibile quale termine congruo la fine di settembre-primi di ottobre. Ottobre è passato, è passato novembre ed anche dicembre, ed ecco che scorrendo Il Piccolo di sabato 27 dicembre il cittadino goriziano legge l’accorato appello del presidente di Ater Grion alla Giunta Tondo per confermare tali finanziamenti.
E qui, qualcosa non torna:
Il Comune iscrive a bilancio la somma di euro 8.552.000 interamente spendibile nell’anno 2009 per la realizzazione del Contratto di Quartiere 2, per il quale Ater aveva chiesto e ottenuto una proroga di un anno per la definizione del progetto definitivo (di contro, in precedenti incontri il presidente Grion aveva assicurato il CdQ circa il rispetto dei 90 giorni previsti dal bando!)
A marzo, nel calendarizzare i lavori previsti nel biennio 2008/09, Ater non prevede alcuna realizzazione né interventi di spesa in quel di Campagnuzza
A luglio 2008, come già ricordato, Ater illustra al CdQ di Campagnuzza il progetto definitivo relativo ai 24 alloggi (rispetto agli originari 54) e all’asilo.
A dicembre 2008 “Ater si trova con 4,8 milioni in meno” (Il Piccolo 27/12/09) perché la Regione rimanda la firma dell’accordo di programma (????). Nella tabella esplicativa che correda l’articolo si specifica che per la costruzione dei 15 (sic) alloggi di via del Carso (1° lotto) per una spesa prevista di 2.780.000 occorre attendere l’approvazione del progetto preliminare (31/12/2009), quella del progetto esecutivo (30/6/2010), e quindi l’aggiudicazione dei lavori (31/10/2010), l’inizio lavori (31/12/20010) e l’ultimazione dei lavori (31/05/2013). Il tutto per costruire 15 alloggi (ne mancano comunque altri 9 per arrivare ai 24 annunciati in pompa magna alla stampa ed al quartiere nel luglio di quest’anno!)
E allora uno si chiede:
Ma il progetto definitivo dei 24 alloggi tanto strombazzato, che fine ha fatto?
Quand’anche la Regione abbia sospeso la sottoscrizione degli accordi di programma con gli Ater del Friuli, come sostiene il direttore di Ater (quello che a suo tempo a giustificazione dei ritardi di Ater nella stesura del definitivo, accampava la mancata autorizzazione del CIPE!), perché ripartire da un nuovo preliminare per i 15 alloggi? Forse perché il definitivo predisposta da Ater non rispondeva ai requisiti previsti dal banco di concorso? E chi predisporrà il nuovo preliminare, e poi il nuovo definitivo, e poi il nuovo esecutivo? Gli Uffici di Ater o qualche collaboratore esterno?
E per i 9 alloggi mancanti rispetto ai 24 (per non parlare degli originari 54!) occorrerà aspettare il XXII secolo, con buona paca di Grion che si era impegnato a dare tempi certi di realizzazione?
E poi, se mi è permessa una domanda, che ruolo hanno i rappresentanti in Ater del Comune (il signor Incarnato, di Rifondazione Comunista certo, nominato da Brancati ma che oggi rappresenta il Comune di centrodestra), oppure il verde Corrado Altran, di cui non si è sentita mai la voce e neanche un flebile borbottio. Per non parlare del rappresentane dell’opposizione il forzista Lazzari?
Certo, è possibile che in una intervista affrettata il giornalista de Il Piccolo abbia capito fischi per fiaschi, oppure che il presidente Grion si sia espresso male e che i 15 alloggi di via del Carso nulla abbiano a che fare con i 24 del Contratto di Quartiere. Se malauguratamente così non fosse, però, credo che gli organi preposti alla tutela dell’ordine e della legalità, anche quella amministrativa, dovrebbero interessarsi ad una vicenda che presenta più di un lato oscuro, se non altro perché in ballo ci sono 8,5 milioni di euro già stanziati e già disponibili,e che nessuno pare voglia spendere nell’interesse della città.
Donald Lam
Su internet le prime notizie dei contratti di quartiere di Campagnuzza risalgono all’aprile del 2004. Vi si legge che l’allora presidente Zamparo “controfigura della felicità” annuncia un progetto, quasi pronto, per il quale sono già stati spesi 100.000 euro, che prevede 54 alloggi e altre belle cose per il quartiere di Sant’Andrea.
Il progetto pare quindi essere partito ben prima: diciamo verso la fine del 2003. A tutt’oggi quindi gli anni sono cinque.
In questi anni con scadenza periodica, quasi regolare, presidenti e uffici dell’ATER si son vantati in tutti i modi di essersi sempre impegnati in questo bel progetto, di avere sbloccato finanziamenti, di aver previsto un bellissimo progetto con impiantistiche di avanguardia, riqualificazione per tutto il quartiere e, ogni volta, di essere soddisfatti per i risultati raggiunti. Ad un certo punto è intervenuto persino il ministro Antonio di Pietro che ha confermato il finanziamento dell’opera e di nuovo, l’ATER ha comunicato la soddisfazione per i risultati raggiunti.
Ma oggi, dopo cinque anni, quali sono i risultati raggiunti?.
Potremmo chiederci: – e l’ATER dovrebbe raccontarci – a che punto è il progetto?
perché ci sono 15 – e non 24 – e non gli originari 54 alloggi?
dove sta la sbandierata innovazione?
dovrebbero dirci quelli dell’ATER, visto che nell’aprile del 2004 erano già partiti 100.000 euro, quanti soldi hanno speso fino ad oggi?
perché di questo progetto fatto con i nostri soldi noi non ne sappiamo nulla?
chi in questi cinque anni ci ha guadagnato?
Oppure potremmo semplicemente chiederci: PERCHE’ LE CASE NON SONO PRONTE?
Un impresa immobiliare avrebbe già finito tutto e messo pure dentro la gente!
Invece di mantenere un ente incapace diamo direttamente i soldi a quelli che hanno bisogno di una casa e che se la vadano a comperare sul mercato, da chi le sa fare.
Visti i risultati, invece delle Province, aboliamo l’ATER!
Prima osservazione: il quartiere non è Sant’Andrea ma la Campagnuzza.
Seconda osservazione: non serve abolire l’Ater o dare i soldi “a quelli cha hanno bisogno di una casa” per acquistarla sul mercato libero. C’è già l’Ater che pensa a rimpinguare il mercato privato acquistando direttamente le case!
Facciamo invece funzionare gli Ater (e di funzionanti ce ne sono), mandando a casa amministratori inetti e collusioni trasversali.
Donald Lam