Interrogazione all’Assessore al Parco culturale Antonio Devetag.
Sulla stampa è apparsa nei giorni scorsi la dichiarazione del Sindaco di Gorizia il quale risponde positivamente al premier sloveno Borut Pahor sulla necessità che le due città, Gorizia e Nova Gorica, trovino delle sinergie soprattutto – afferma Ettore Romoli- dal punto di vista economico.
Sicuramente l’economia, in una congiuntura sfavorevole come questa, in particolare per la nostra città, è un terreno importante di collaborazione.
Ma è anche sul terreno della cultura che è fondamentale fare dei passi in avanti e creare delle sinergie che sembrano essersi bloccate completamente.
Il vicino Goriski Muzej di Kromberk ha recentemente presentato, ad una delegazione della redazione del giornale di frontiera Isonzo-Soca, un interessante progetto di itinerario museale sul confine, da Miren a Solkan, attraverso il museo più piccolo del mondo -la torretta di controllo ristrutturata presso il cimitero di Gorizia – il museo del contrabbando al valico del Rafut ed il museo della Transalpina.
Inoltre il museo di Kronberk conserva un’interessante e fondamentale raccolta sulla storia del goriziano nel XX secolo, con documenti importanti sul periodo fascista, sulla Resistenza, sul confine dal 1947 ad oggi. I nostri vicini si stanno muovendo con determinazione nella ricostruzione delle vicende storiche del territorio goriziano, materia sulla quale anche la nostra città, attraverso il Museo del Novecento da noi proposto, dovrebbe iniziare con decisione e da subito l’analisi storica ed il reperimento di materiali.
La storia di questo territorio è stata per molti secoli una storia comune che si è interrotta, a livello politico, ma non a livello di relazioni umane, di traffici e di commerci, con lo stabilirsi del confine e come storia comune essa va indagata, tanto più oggi in cui è richiesta una forte volontà di superamento degli anacronistici steccati ideologici che non hanno più alcuna ragione di esistere.
Chiedo pertanto all’assessore di voler convocare una riunione congiunta delle tre municipalità interessate ad un lavoro culturale comune , Sampeter, Nova Gorica e Gorizia per acquisire informazioni concrete sulle attività che i Comuni stanno programmando e per verificare le proposte culturali che si potrebbero sviluppare insieme sul territorio.
Non dimentichiamo le ricadute positive, anche economiche, che un’attività comune di costruzione di luoghi della memoria condivisi potrebbero avere per la città di Gorizia: essa potrebbe diventare un laboratorio internazionale interessante di integrazione, proprio a partire dalla conoscenza concreta delle lacerazioni provocate dalla guerra e dal nazionalismo. Un progetto ampio in questo senso potrebbe ricevere un riconoscimento anche dagli organismi europei.
Anna Di Gianantonio
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