L’intervento del presidente del consiglio sloveno sulla “città unica” ha suscitato le solite discussioni ed i soliti distinguo presso la classe politica veterogoriziana. Molto diverse le reazioni di molta gente semplice per la quale è semplicemente ovvio che persone che vivono sul medesimo territorio ed hanno una storia complessa condivisa pensino a costruire insieme il proprio futuro.
E perché non pensare proprio ad una città unica, con un unico consiglio comunale ed un’unica giunta, una sola camera di commercio ed associazione industriali, una rete comune di servizi, un’informazione plurale sull’intero territorio, dove finalmente ciascuno possa parlare liberamente la propria lingua e tutti si possa realizzare insieme lo stesso impegno per uno sviluppo sostenibile nella pace e nella prosperità?
Questa è la grande sfida, non soltanto la messa in rete di alcuni servizi o della gestione di alcune infrastrutture, bensì un pensare ed agire insieme anche per dimostrare al mondo che se lo si vuole tutto è possibile (Obama docet): essere semplicemente Gorizia o Gorica che dir si voglia, senza per questo togliere nulla, anzi aggiungendo nuovo valore alle strutture politiche circoscrizionali chiamate a garantire il mantenimento dell’identità e della tradizione dentro un grande processo di comunione nella ricchezza della diversità.
La cultura potrebbe essere il primo e fondamentale ambito da cui partire, forse il museo del Novecento o quello del confine, là dove la memoria del passato può diventare davvero occasione per proiettarsi verso un inedito ed attraente futuro.
Su Sky si può vedere una partita di calcio guardando solo il calcio, un film guardando solo il film.
Sky è l’unica TV che può essere vista senza subire la costante, continua, persistente, perpetua, presenza dei politici.
Sarà anche questa una ragione dell’aumento dell’IVA a Sky?
E comunque speriamo che Murdoch, per tutelare i propri diritti, non scenda in campo…
…e il secondo fondamentale ambito potrebbe essere l’urbanistica.
L’urbanistica si occupa di territorio, di società e di economia.
Senza il confine il nostro territorio è cambiato: si entra e si esce tranquillamente da una parte all’altra di quello che una volta era un “territorio altro”;
senza il confine la società è cambiata: apparteniamo ad una comunità più vasta, che condivide la nostra stessa storia (anche se non la nostra stessa lingua), che ha le stesse tradizioni e abitudini, stessi cibi e bevande;
senza il confine l’economia è cambiata: benzina a buon prezzo e zona franca non ci sono più e il crak dell’economia mondiale sta facendo il resto.
A me pare che tanti cittadini di Gorizia e di Nova Gorica si siano accorti, che il confine non c’è più, e “pianificano” la loro loro vita in modo diverso.
Spetta però al Comune pianificare il territorio, cioè applicare quell’insieme di strumenti capaci di garantire coerenza funzionalità ed esteticità alle trasformazioni in atto.
Ridurre il tutto, come fa il nostro sindaco, ad un “Beh, da un punto di vista economico le due città devono sempre più collaborare”, significa semplicemente non capire il cambiamento che in atto.