Davvero non c’è pace per i lavori pubblici a Gorizia.
Non c’è quasi giorno della settimana senza che Il Piccolo non dedichi un titolo importante alla questione: dagli eterni lavori in Piazza Vittoria alla asfaltatura annunciata (e mai realizzata) delle vie Dante, Cadorna, Corsica, Duca d’Aosta, Visini, Brass e via enumerando; dalle rotatorie provvisorie – d’imperio promosse a permanenti – di piazza Medaglie d’Oro a piazzale Divisione Mantova al parcheggio multipiano di via Manzoni; dal centro commerciale nell’area del mercato all’ingrosso, per il quale si è tanto strombazzato il progetto presentato a Venezia ai 54 alloggi, ridottisi – per “effetto Ater” – , a 24 di Campagnuzza, di cui ancora, e a distanza di anni dal progetto iniziale, non v’è traccia alcuna; dal tanto sospirato avvio dei lavori in quel di via Monache, Garibaldi, Mazzini, per non parlare di via Rastello alla sistemazione, anche solo parziale, di un pezzo- sì, anche solo un piccolo pezzo – di Corso Verdi! Insomma niente di niente . E ora si apprende che anche per piazza Battisti le soluzioni a suo tempo progettate si allontanano quasi in definitivamente. Tant’è, che dalla soluzione del project financing si è passati – per dirla con le parole del sindaco Romoli – a ritenere “più opportuno andare alla ricerca di finanziamenti e sistemare, noi Comune, quell’area” (Il Piccolo 10/12/08).
Davvero una impresa titanica, visto che il Consiglio Comunale ha appena approvato una variazione di bilancio che comporta un taglio di circa 37 milioni di euro sull’originario bilancio preventivo che, a sentire l’assessore competente Germano Pettarin, ha utilizzato il criterio delle “speranze ragionevoli” di introito e non, come la famigerata Giunta Brancati, che stilava bilanci previsionali sulla base di “promesse amicali” (testuale, in Consiglio Comunale 27/11/08)!
Che aspettarci, dunque, su questo versante? Almeno che piazza Vittoria, già Grande, già Travnik, sia ultimata – nella pavimentazione, intendo, – entro l’estate.
Per i sevizi sociali, invece, va molto peggio. Ma questa è un’altra storia.
Donald Lam
i lavori non sono finiti…