Durante il mandato del sindaco Brancati i servizi ai cittadini hanno innegabilmente visto un consolidamento: un esempio per tutti il nuovo asilo nido a Straccis, pur con personale privato. Non hanno mai visto la luce progetti che prevedessero riduzioni, tagli, accorpamenti: tutti sapevano che “non era aria” per queste cose. E i dipendenti comunali, anche alcuni di orientamento politico notoriamente opposto al nostro, chiedevano rassicurazioni ai consiglieri e all’assessore di Rifondazione Comunista sulla certezza del mantenimento del posto di lavoro. La posizione del nostro partito è sempre stata chiara sulle esternalizzazioni, tutti sapevano che certi progetti avrebbero trovato la nostra ferma e decisa opposizione, che nessun servizio sarebbe stato svenduto: il Partito della Rifondazione Comunista rivendica con orgoglio e con forza questa che è una realtà storica.
Con l’avvento dell’amministrazione Romoli si sono materializzate fin da subito voci di riduzioni del numero di dipendenti del Comune. Si è tentata una esternalizzazione delle mense comunali, bloccata e trasformata in una riorganizzazione solo dalla mobilitazione delle famiglie, purtroppo a scapito di 12 lavoratori precari, e adesso sono in discussione la casa di riposo, il servizio scuolabus, addirittura gli asili nido e le scuole materne, mentre da molti mesi ormai il settore degli assistenti sociali denuncia carenze di personale che ne pregiudicano l’efficacia.
L’amministrazione Romoli, in linea con il governo della regione e con quello nazionale, svilisce il ruolo dei dipendenti pubblici, e demolisce il welfare riducendo progressivamente i servizi ai cittadini.
Già in passato abbiamo denunciato un bilancio fatto solo di tagli, ora il quadro è ancora più chiaro. Con quei tagli la destra al governo della città riduce i servizi ai cittadini eliminando personale qualificato.
Le uniche politiche che interessano a questa destra sono quelle che vogliono far ripiombare la città in un passato di divisione, promuovendo una cultura revisionista che inneggia alla patria e al tricolore, non dissimile da quello visto sulle spranghe in piazza Navona, alla I Guerra Mondiale grossolanamente spacciata, anziché come un orribile massacro, come redenzione di una Gorizia che prima, lo vogliamo ricordare, era stata multietnica e mai italiana. Senza nessuna idea di sviluppo e di futuro della città.
E’ ora di capire che non tutte le amministrazioni sono uguali. E non sono uguali tutti i governi. La destra e la sinistra non sono la stessa cosa. Noi chiediamo a tutti i cittadini di riflettere su questi fatti e di mobilitarsi con noi contro chi taglia i servizi e lo stato sociale, a Gorizia come in tutto il Paese.
Circolo di Gorizia Rifondazione comunista
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