Il 19 dicembre 2008 ha preso il via, accompagnata da grande battage sulla stampa locale, la consegna dei buoni- spesa da 25 euro ciascuno, da utilizzarsi entro il prossimo 28 febbraio, agli ultrasessantacinquenni con un reddito annuo inferiore ai 7500 euro. Il Comune aveva stanziato alla bisogna un importo complessivo di 40000 euro suddivisi in 1600 bonus. Per l’occasione non erano mancate anche impegnative dichiarazioni da parte del vicesindaco Gentile, per il quale l’intervento assistenziale del Comune “mette in circolo nell’economia goriziana quattrini che danno fiato ai commercianti” (Il Piccolo 17/12/08).
Si è oramai alla fine di gennaio e manca un mese alla scadenza dell’iniziativa, e forse un primo bilancio si può già trarre. Alla data corrente, i bonus distribuiti a coloro che ne hanno fatto richiesta superano di poco il centinaio, di fatto i richiedenti non sono stati più di una settantina, visto che per redditi inferiori ai 5250 euro venivano distribuiti due buoni. Si può ben dire: un autentico e clamoroso flop, che fa il paio con quello della social-card. Si poteva far meglio e operare per una migliore riuscita dell’intervento di assistenza, in un momento così difficile?
A Gorizia gli over 65 sono circa 9300, con una incidenza pari a circa il 26% sulla popolazione totale (36000 unità), mentre sulla base delle dichiarazioni dei redditi dell’anno 2004 i goriziani (di qualsiasi età) con un reddito fino a 7500 euro, erano appena 1154. Ora, ammettiamo pure che la fascia di cittadini con redditi inferiori al limite di 7500 sia nel frattempo raddoppiata (cosa del tutto improbabile) arriveremo a 2300 unità, e calcolando su questa base un’incidenza anche del 30% di popolazione anziana sopra i 65 anni, non si arriva alle 700 persone.
E allora uno fa alcune considerazioni: non era forse più appetibile una offerta più contenuta nei numeri e più sostanziosa nella quantità, 400 buoni da 100 euro oppure ottocento da 50 o 500 da 80 euro, insomma calibrare meglio l’offerta di aiuto? Su che base sono stati predisposti i 1600 buoni, mentre i potenziali beneficiari paiono essere in numero ben inferiore?
E i soldi non spesi per mancanza di beneficiari che fine fanno? Saranno nuovamente assegnati all’assistenza o costituiranno un “virtuoso risparmio”, magari tale da essere inserito nella determinazione per il”premio di risultato” di qualche dirigente positivamente valutato dal “nucleo valutativo”?
E pensare che erano soldi che dovevano aiutare l’ “economia goriziana dando fiato ai commercianti”, a tutt’oggi l’equivalente di 2500 euro di spesa, o poco più!
leggo la risposta iraconda dell’assessore gentile. Altrochè stizza di ledri, è lui quello che rosica. Interessante anche l’accenno al fatto che i soldi non vanno spesi al Qlandia: esempio sopraffino di competenze economiche nazional autarchiche. E noi pensiamo alle targhe!!!!!