I nostri governanti sono riusciti in un’operazione magica: farci credere che saremmo diventati tutti più ricchi.
Lo hanno fatto con una politica in atto da molti anni, lanciata da slogan come meno Stato e più mercato, tagliare i lacci e laccioli che intralciano l’impresa, privato è bello. Così, sono state aggiunte responsabilità e tolte risorse agli enti pubblici dello Stato, alle Province, ai Comuni, alle Ater. Il tutto condito da una demagogica propaganda di pulizia e di ordine. La burocrazia è burocrazia: è negativa di per se stessa, inutile, fonte di sprechi e covo di incapaci e fannulloni.
E gli enti pubblici si son fatti convincere che il modello manageriale ed aziendale delle imprese dovesse essere anche a loro applicato, e hanno creduto nel mito del mercato come la misura di ogni cosa. In questo modo anche i beni pubblici, quelli storici, culturali e naturali vanno trasformati in merce e offerti al miglior offerente. Noi non solo non siamo diventati più ricchi ma, con la svendita del patrimonio pubblico, siamo tutti più poveri. Ed ecco la città ridotta a macchina per far soldi. Ecco che Gorizia, mentre diminuiscono gli abitanti e i vecchi edifici della città si svuotano, prevede nuove aree edificabili e costruisce nuovi edifici per immaginari nuovi abitanti. Ecco la vendita di terreni agricoli, come quelli di via Terza Armata, per far posto ad un centro commerciale che sostituirà le piazze e le strade di Gorizia e farà chiudere altri negozi in città. Ecco che vengono previste nuove strade quando per quelle attuali non ci sono nemmeno i soldi per rattoppare le buche. Ecco il nostro patrimonio pubblico abbandonato, lasciato chiuso. Ecco un edificio pubblico storico trasformato in albergo. Ecco un’area centralissima di pregio, lasciata in maniera veramente indecente e affidata ad un supermercato. Ecco all’ingresso della città apparire un orrendo gigantesco cartellone pubblicitario. Gorizia ridotta a merce, a macchina per fare quattrini.
La cosa più stupefacente è che tutto questo sembra incontrare il nostro favore. Ci basta sentirci liberati dall’oppressione delle tasse, non pagare più l’ICI o il bollo dell’automobile.
Domati dalla propaganda TV non ci accorgiamo che così stiamo perdendo il nostro patrimonio, Gorizia sarà più invivibile e le strade e piazze della città abbandonate, i prezzi degli alloggi più alti, le scuole peggio servite, l’assistenza sanitaria a rischio, il lavoro più precario, gli spazi della democrazia più stretti, le possibilità di protestare blindate dalla necessità di sicurezza. Come è successo un paio di anni fa, quando i ragazzi del centro sociale fecero la stessa denuncia che è comparsa in questi giorni sul PICCOLO e furono scortati per la città dalle forze di polizia e da noi, goriziani benpensanti, presi a male parole.
Oggi non ci accorgiamo che oltre ai palazzi storici, Gorizia sta perdendo abitanti, spazi pubblici, il controllo, la conoscenza e la pianificazione pubblica del territorio. E assieme a ciò, sta perdendo anche il nostro essere cittadini.
La compagnia dei transalpini
Forse ci accorgeremo che è vera crisi solo quando oltre all’Ici sulla prima casa ci toglieranno anche la prima casa, come sta già succedendo negli USA da noi sempre presi come modello da imitare…
Forse ci accorgeremo che qualcosa non va solo quando oltre all’Ici sulla prima casa ci toglieranno anche la prima casa, come sta già succedendo negli USA da noi sempre presi come modello da imitare…
ma oltre che ai palazzi pubblici oggi c’è un attacco a tutto ciò che è pubblico.
Anche ai dipendenti che quel patrimonio cercano di difendere.
Sul Piccolo di oggi c’è un assurdo articolo che dà per scontato il fatto che i dipendenti pubblici siano troppi – “un esercito” – e troppo pagati – “il costo è inevitabilmente esorbitante” -.
Poi leggendo i numeri si vede come invece che crescere “l’esercito dei dipendenti pubblici” crescano i dipendenti dell’esercito. L’aumento di quelli in divisa è di 496 unità addirittura superiore ai 422 dipendenti totali il che significa che gli altri sono in diminuzione!
Ma per fortuna crescono quelli della sanità. E mi chiedo perché mai un aumento dei medici e degli infermieri pubblici debba essere messo alla berlina dal Piccolo?
Un Totem d’arroganza.
Il cartellone pubblicitario all’ingresso della città è una mostruosità: un totem di arroganza contrario ad ogni senso di civiltà, buon gusto, etica del territorio.
Poichè ahimè, per parlare con certe categorie sembra necessario un avvocato come interprete, notifico che l’ installazione è pericolosa ed in palese contrtasto col nuovo codice della strada (art.23).
Vìola anche la Legge Regionale n°15 /2007 in materia di inquinamento Luminoso e Risparmio energetico.
Facciamo qualcosa assieme?
Ribadiamo con garbo ma fermezza che non assistermo inermi allo scempio della Città e del territorio ad opera di pochi spregiudicati?