Sono mancati poco più di cento voti… e la storia della sinistra italiana avrebbe oggi un altro volto.
L’intuizione era quella giusta, e lo è ancora: un progetto politico in grado di coniugare gli orizzonti vasti di una pace fondata sul rispetto della giustizia sociale con le legittime aspirazioni alla sicurezza ed al bene-stare cui ha diritto ogni persona umana. Il tutto fondato su una nuova riflessione culturale – ancor più precisamente “filosofica” – capace di sintetizzare la drammaticità del secolo breve con la necessità di rispondere urgentemente alle domande di un’umanità (finalmente) orfana delle metafisiche ma nel contempo disorientata dall’omologazione dell’ultramodernità.
C’è ancora tempo perché la Sinistra rinasca, non sulle ceneri di una passione per il Potere definitivamente travolta dagli elettori sardi (comunque onore a chi di fronte a certi passaggi riesce a cogliere che è giunto il momento di levare le tende), ma in un nuovo accordo basato sulla comunanza culturale dalla parte dei deboli e non sulle squallide strategie partitiche che l’hanno condotta alla rovina. A lato del grigio Casini c’è un’immensa prateria: può essere riempita da un’immensa folla di persone che non ne possono più delle conseguenze del capitalismo (anche nella sua verisone riformista) e che credono che sia possibile un sistema equo, solidale, a misura di ogni essere umano; o che almeno hanno ancora la forza di indignarsi per le mosse spaventose di questo Governo (nazionale e cittadino!) che soffia pericolosamente sul fuoco del populismo razzista.
Il Pd è stato incapace di fare opposizione. E prima di lui anche gli altri partiti di sinistra.
Questa è la mia amara constatazione. Mentre Berlusconi persegue il suo piano di cambiamento e, piaccia o non piaccia, aggiunge ogni volta dei tasselli al suo disegno governativo, il centro-sinistra, anche quando ha avuto l’occasione di governare, si è ben guardato dal disfare quello che aveva già creato Berlusconi.
Vedi il conflitto d’interessi, argomento mai affrontato seriamente e di cui paghiamo ogni giorno gli interessi.
Avete notato, ad esempio, che la notizia della condanna dell’avvocato Mills è data dopo la cattura degli stupratori, le dimissioni di Veltroni, gli ascolti di Sanremo, il caso Englaro, le Europee e lo sbarramento al 4%, lo sperma del marito in coma, l’abuso su una bambina di 4 anni, la visita di Frattini in Afganistan, la morte di un motociclista a Roma, la gambizzazione del regista Calvagna e l’incendio a Pisa di baracche Rom? (Questo è l’ordine riportato dal sito di Repubblica)
Vi sembra un’informazione seria?
Potevano anche tacerne a questo punto, tanto si capisce quanto è importante la notizia… quasi quanto zero.
Quand’è che i politici che contano si accorgeranno che è ora di mettere in discussione anche loro stessi, pur di svegliare gli animi di un’Italia ormai atrofizzata?
Non sarà con una dimissione che la sinistra tornerà più forte; anzi dirò di più, prepariamoci ai soliti noti.
Un ultima riflessione: ero a vedere il concerto di Battiato. Sapete qual è stata la canzone più applaudita della serata?
Povera Patria.
Riporto stralci del testo, scritto nel ’91 e purtroppo ancora attuale:
Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore…
ma non vi danno un po’ di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
…
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
…
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po’ da vivere…
La primavera intanto tarda ad arrivare.
Quest’ultimo pezzo è per noi che abbiamo ancora voglia di migliorare.