E’ un momento di sofferto frastuono intorno al mistero della vita e della morte; tutti dicono “bisogna stare in silenzio” e tutti ne parlano ininterrottamente – gli opinion man sui media, la cosiddetta “base” a scuola a tavola o al bar. Senza ipocriti inviti ad un tacere che nel villaggio globale è soltanto scappatoia per non prendere posizione si ritiene giusto rivolgere un pensiero rispettoso e solidale a chi per amore ritiene sia giunto il drammatico momento di dire basta ad un’agonia senza fine. Ma anche cogliere l’occasione per sottolineare che i corifei della “vita ad ogni costo” che siedono sulle poltrone giuste per decidere dovrebbero prendere in considerazione anche chi sempre per amore ritiene di portare avanti ad oltranza una vita resa possibile soltanto dai macchinari: pochi si possono permettere ricoveri in cliniche adeguate, i più devono scegliere tra l’assistenza al proprio congiunto e la possibilità di lavorare; cioè tra trascurare le cure ed aver da mangiare oppure dedicarsi a tempo pieno alle cure perdendo vitto e alloggio. Ci si strappa le vesti invocando principi metafisici da applicare in qualunque circostanza e non si è capaci di rispondere alla semplice richiesta di decine di migliaia di persone che umilmente domandano un minimo di sostegno per accudire i loro cari!
AB
Caro AB, in questa tragica vicenda i soli che fin dall’inizio non sono stati in silenzio e che hanno alimentato con forza il “sofferto frastuono” attorno alla vita e alla morte sono stati coloro che, senza alcuna pietà cristiana, hanno gridato all’assassinio, alla volontà pervicace di “far morire di fame e di sete la povera Eluana”. Sono dichiarazioni dei più alti rappresentanti della Chiesa di Roma a cui oggi si aggiungono le dichiarazioni del cardinale Bagnasco a nome della Conferenza Episcopale italiana:”Una ferita per l’Italia”. A questi si aggiungono gli sciacalli del centrodestra da Sacconi (già socialista), che in qualità di ministro del lavoro reputa “punitiva” la pena del carcere per gli imprenditori giudicati responsabili dei morti sul lavoro (oltre 1300 all’anno) all’assessore Kosic, quello che – per sua dichiarazione – sapeva dell’amianto e dell’altezza dei parapetti sui balconi del San Giovanni di Dio, che hanno causato la morte di sette persone in 5 anni nella struttura gestita dai Fatebenefratelli (sic). I soli a “stare in silenzio” ed a invocarlo sono gli altri: quelli del Pd, imbarazzati a dire alcunchè e per questo invocanti il silenzio. Non una voce che abbia rivendicato l’orgoglio del pensiero laico e con esso il rispetto della persona e delle sue scelte. Non pare opportuno in tempi di montante integralismo, meglio commentare che le “sentenze della magistratura si rispettano”, quasi si trattasse di commentare l’ennesima assoluzione per prescrizione di Berlusconi. Non una voce che abbia sottolineato come la totale, profonda diversità tra pensiero laico e confessionale stia nel modo di rapportarsi al proprio reciproco: in un caso rispettandolo e consentendo al credente di onorare le proprie leggi, convinzioni e comandamenti, nell’altro demonizzando la singola scelta personale – nella fattispecie, di un padre straziato dal dolore – che vale esclusivamente per sè e non travalica questo limite proprio perchè rispettosa dell’altro.
La differenza sta tutta qui, e in quel che ne consegue: in un caso una società libera e rispettosa dell’altro, nell’altro una società confessionale e tendenzialmente autocratica. Che poi sia quella cattolica o quella islamica è differenza importante ma non sostanziale.
Dario
Mi sono soffermata su alcune parole del tanto citato giuramento di Ippocrate come “sollievo dalla sofferenza”, “astenermi dall’accanimento diagnostico e terapeutico”. E’ vero anche che vi è scritto “ non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente”, ma se è vero (come è vero) che l’alimentazione e l’idratazione sono assimilabili alle cure mediche, esse possono essere legittimamente interrotte quando non sortiscono effetto alcuno. Questa è, ovviamente, una mia personale interpretazione.
Elsa