La conferenza nazionale governativa sulle tossicodipendenze in corso a Trieste è iniziata nel teatro Verdi, tutti in piedi a cantare a squarciagola Fratelli d’Italia. Poi tra un salamalecco e l’altro rivolti soprattutto al presente vescovo di Trieste (viva la laicità dello Stato!) i politici hanno rifilato a tutti una lezione su come affrontare la questione dal punto di vista quasi esclusivamente proibizionistico e terapeutico. Per fortuna che c’è l'”altra conferenza”, o meglio la “Conferenza” come preferiscono dire gli organizzatori che al teatro Miela parlano di bassa soglia, di riduzione del danno ed inclusione sociale. Muccioli figlio e don Gelmini protestano perché la “governativa” è troppo tenera, l’altra Trieste offre prospettive e proposte profonde e radicate sul territorio, il Governo di fatto fa vetrina e affida ad una conferenza messa in piedi in quattro e quattr’otto il compito di legittimare popolarmente le decisioni già prese. Ovvero inasprire la Fini Giovanardi, con buona pace della povera ex ministro Turco che dagli spalti del teatro tenta di lanciare la “moratoria” (sic!) di una legge assurda che ci riporta indietro di cinquant’anni e ci fa slittare negli ultimi posti in Europa.
assurdo il carcere per chi viene sorpreso con un po’ di fumo, discutibilissimo il proibizionismo che ci consegna alle mafie, però…quando sento Fini che parla della droga come della peste del secolo (siamo d’accordo, forse lo spinello non è equiparabile alla pasticca), rovina di una generazione, penso che qualche ragione ce l’ha. Alcool e droga fanno vivere in una dimensione alterata, rendono ricattabili, poco affidabili, fanno perdere tempo prezioso. I giovani diventano, tanto per cambiare, consumatori. A scuola parlano solo di quello,chiedono di andare in bagno e tornano con l’occhio cadente, ritengono loro diritto sballare il sabato più della giustizia sociale o del trovare un posto di lavoro. Non reprimiamo, ma per favore, cominciamo a riflettere seriamente a cosa significa vivere consapevolmente; non accontantarsi della dose, pretendere moltissimo da questo mondo,non solo l’amore, un modesto salario, uno spinello ed il bicchiere al sabato sera.