I costi della politica in Italia sono davvero ingenti: oltre 10 miliardi di euro, stando alle stime di Gian Antonio Stella, nel suo imperdibile libro intitolato “la Casta””. E dunque, ben venga la notizia di un significativo ridimensionamento dei costi della politica comunale. Poi, il cittadino qualsiasi fa due conti e magari anche due strampalate considerazioni e scopre, sempre secondo il criterio “spannometrico” (sic), utilizzato da un autorevole organo di stampa locale, che a fronte delle 34 sedute consiliari del 2006 con un costo stimato di 138.000 euro, nel 2008 si sono tenute 16 sedute per un costo complessivo di 71.000: nel primo caso – con la costosa e sprecona Giunta Brancati – ogni seduta costava esattamente euro 4.058,82 mentre con la virtuosa Giunta Romoli il costo lievitava a 4.437,5 euro.
La grossolana considerazione, poi, che un cittadino qualsiasi è indotto a fare è che riducendo drasticamente le sedute consiliari e il numero dei consiglieri si sarebbe risparmiato ben di più: un consiglio comunale a stagione e un consigliere in rappresentanza di ciascun gruppo (tra l’altro è la “ragionevole” recente proposta di Berlusconi per il voto in Parlamento: votano solo i capigruppo), e allora sì che ci sarebbe stato vero risparmio. E ancor meglio: l’opposizione non rompa le balle parlando troppo, fin oltre la mezzanotte, si può ben essere concisi ed efficienti, come sottolinea il presidente del Consiglio comunale.
In tema di risparmio mai che a nessuno venga in mente di ricordare le volte in cui le sedute sono state rinviate per mancanza del numero legale, obbligo direttamente correlato alla funzione di maggioranza, e quindi al centrodestra, oppure che parlando di “costi della politica” si faccia riferimento a chi gode delle laute prebende riservate allo stato di quiescenza dal Parlamento e dal Consiglio Regionale cumulate con le indennità previste per le cariche istituzionali comunali. Si preferisce, giustamente, sottolineare i comportamenti virtuosi dei consiglieri De Santis e Donatella de Gironcoli per poi affondare i colpi nei confronti di “quegli assessori che hanno mantenuto la carica di consigliere e partecipano anche alle commissioni”. Al pubblico ludibrio viene additato chi percepisce 104,40 euro lordi a seduta comunale e 27 euro lordi per le sedute delle commissioni. Ma questi non sono” i costi della politica”, sono semplicemente i costi della democrazia comunale a Gorizia, che ben poco hanno da spartire con gli sprechi del Sud o con i privilegi di altre amministrazioni locali.
Per risparmiare di più e meglio è sufficiente adottare una ricetta che gli italiani conoscono già: “un uomo solo al comando”. Ma non era Fausto Coppi!
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