Con buona pace di don Dipiazza e di don Milocco l’ordine del giorno proposto in Consiglio comunale da Waltritsch sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili doveva essere approvato senza se e senza ma. Nel momento in cui è dato per certo che un corretto uso del profilattico evita la diffusione di terribili malattie non si può fare altro che diffonderne in tutti i modi possibili la conoscenza.
La questione etica – così come invocata da papa Ratzinger nell’infelice intervista ritoccata successivamente dalla stessa sala stampa vaticana, dai sopra citati autorevoli sacerdoti goriziani e dai consiglieri comunali che (implicitamente perché in aula non hanno aperto bocca sull’argomento) hanno votato contro – è un'”altra questione”: il richiamo a considerare la dimensione sessuale come qualcosa che implica la concezione della persona umana (peraltro contenuto nell’ordine del giorno approvato dal Comune) non può in alcuno modo contrastare una scelta essenzialmente politica finalizzata a ridurre sensibilmente il rischio di contagio.
I soliti benpensanti dispensatori di puntini sulle i affermano tutto e il contrario di tutto ma in questo caso i loro incomprensibili sofismi possono avere conseguenze molto gravi. In Africa come ovunque.
Andrea Bellavite
Ma don Ruggero Dipiazza vota per il Pd e quindi ne fa una questione di libertà di coscienza. Anzi, come a lui piace rivendicare, ne fa una questione di “approccio laico al problema”. Come per il testamento biologico don Dipiazza rivendicala sua libertà di imporre a tutti gli altri la sua scelta. Un coerente esempio di cultura laica e tollerante. “Ma anche” un coerente esempio di che razza di partito sia il Pd ed il suo gruppo dirigente. Quello che lo ha voluto per difendere se stesso.
Dario Ledri