Il silenzio inquieto di chi in nome dei propri interessi ha portato il mondo “occidentale” sull’orlo dell’abisso è una prova della forza delle argomentazioni e delle prime mosse politico economiche sociali di Obama Barack. Perché tacciono i corifei dell’americanismo che scendevano nelle piazze per rivendicare la giustezza dell’intervento in Iraq giudicato sciagurato anche da chi lo aveva voluto? Dove sono il Berlusconi “amico del caro George”, il Ferrara di Piazza del Popolo, il Romoli del “liberismo de noialtri”, il Devetag che inneggiava all’entrata “liberatrice” delle truppe statunitensi a Baghdad?
Non è una personalità particolarmente carismatica a preoccupare il mondo “dei meno”, cioè quello dei ricchi: è la forza convincente di una politica incentrata sul sociale, sulla riassunzione responsabile di un ruolo guida da parte dello Stato e della politica, su una sussidiarietà che non garantisce privilegi ma pone al centro dell’attenzione il servizio al più debole; sì, perché se sta meglio il più debole è tutta la società a trarne beneficio. E’ ciò per cui il Forum avrebbe lavorato se i cittadini avessero compreso un messaggio inviato senza mezzi finanziari e tecnologici; è ciò per cui vuole continuare a lavorare – con posizioni plurali ma unite dalla consapevolezza che sta per iniziare un nuovo periodo della nostra storia: dalla crisi si potrà uscire catastroficamente come è accaduto in altri momenti del passato oppure con le opportunità offerte da una democrazia capace di unire la forza della partecipazione popolare con una rappresentatività responsabile.
Non c’è troppo tempo per ulteriori dilazioni: Obama promette e comincia a mantenere bene, gli auguriamo e ci auguriamo buon lavoro e buona fortuna!
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