Nel tardo pomeriggio di ieri è arrivata la notizia che ha travolto i vertici del comando dei carabinieri di Monfalcone; da quanto si è appreso un’indagine della magistratura ha imposto il trasferimento di quattro militari e l’arresto di un graduato dell’arma per l’utilizzo distorto di testimoni per avvalorare ipotesi investigative come quella che ha portato all’arresto di alcuni operatori e utenti del centro a bassa soglia Drop In della città di Monfalcone. Secondo quanto emerso le testimonianze, per qull’indagine ma anche per altre, sarebbero state ottenute con violenza e minacce.
Gli attivisti del Blu e delle associazione e spazi sociali della Venezia Giulia da subito avevano espresso i loro dubbi per un’operazione che si reggeva su fragili prove indiziarie; tutto sembrava frutto di un clima di controllo e repressione sul territorio che si era inasprito nelle settimane precedenti alla conferenza nazionale sulle tossicodipendenze di Trieste. “Nella prima conferenza stampa – commenta Alessandro Metz – ci eravamo chiesti chi avrebbe domandato scusa alle persone inquisite per gli inutili giorni di carcere che stavano scontando. Oggi questa domanda acquista un significato ancora più forte e chiaro”.
Fonte: Global Project
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