Il 31 maggio 1972 ci fu la strage di Peteano, drammatico e inquietante episodio che provocò la morte di tre carabinieri e il ferimento di altri due. Con le famiglie colpite da quell’inqualificabile atto terroristico si deve far memoria anche delle vittime indirette, i giovani militanti nei movimenti della sinistra extra parlamentare accusati e trascinati in prigioni e tribunali dall’allora generale dei carabinieri Mingarelli, prima del riconoscimento giudiziario dell’inquietante verità legata alla strategia della tensione neofascista degli anni ’70: l’attentato era stato preparato e realizzato da persone anche della nostra Regione che rivestivano ruoli di responsabilità all’interno del Movimento Sociale Italiano, con addirittura una condanna per favoreggiamento aggravato comminata anche all’allora segretario generale Giorgio Almirante (poi amnistiato). Ambienti ben precisi dunque che spiegano come mai quella terribile “500” è stata e continua a essere più possibile dimenticata anche da chi ha raccolto l’eredità politica di quei tempi cupi: chissà se il Comune di Gorizia collocherà domani una sua corona di fiori o invierà un messaggio alla Benemerita di recente insignita della cittadinanza onoraria?
Ben detto, ben fatto e ben scritto! A Peteano una bella delegazione dell’Amministrazione comunale: Sindaco, Vicesindaco e gli assessori Del Sordi e Cosma! Il “nero” di ieri e di oggi.
a proposito di ricostruzione della storia del Novecento!. Pensate che ci sia qualche giovane che sa cosa c’è stato a Peteano? Che abbia letto l’unico libro scritto? Che sappia cosa succedeva negli anni 70? Questa è la cura per le nuove generazioni: vivere nell’eterno presente, pensando di essere impotenti a fare qualcosa.
sono una nipote di uno dei tre carabinieri uccisi quel giorno di tanti anni fa: non ci sono parole per descrivere quel dolore che ha infranto i nostri cuori. una bomba ha distrutto la possibilità di poter anche solo conoscere mio zio. si vive solo con la speranza che un giorno lo potrò conoscere. Lugina Dongiovanni.