Che cosa è accaduto?
Nell’ultima delle sempre più rade sedute del Consiglio comunale si sono verificati tre episodi che hanno suscitato perplessità:
1. il capogruppo Ulivo Federico Portelli ha dato voce agli interrogativi di tutta la città dopo le inquietanti rivelazioni dei quotidiani sugli scambi di mail fra il vicesindaco Gentile e il comandante dei vigili Muzzati. Solo che invece di porre due o tre domande stringenti ne ha enucleate una cinquantina consentendo al sindaco di cavarsela egregiamente con la promessa della fatidica risposta scritta.
2. il consigliere Andrea Alberti ha presentato un ordine del giorno sull’antischiamazzi: ottima occasione per aprire un dibattito, il sindaco l’ha fatta propria, Alberti ha accettato i buoni propositi di Romoli e la discussione in aula è stata stroncata sul nascere.
3. durante la discussione sull’ordine del giorno Portelli intorno a Iris (che “naviga” in aula consigliare dallo scorso mese di ottobre!) il consigliere Zotti chiede la verifica del numero legale, accusando la maggioranza di scarso interesse su un tema importante per la vita della città: la maggioranza in blocco conferma la sua impressione lasciando clamorosamente l’aula e determinando la sospensione della seduta.
Il Forum per Gorizia ha trasmesso alla stampa locale un comunicato politico nel quale si stigmatizzava soltanto il sistematico rifiutarsi al dialogo su qualsiasi argomento del Sindaco, ritenendo che in questa occasione avesse trovato una sponda inattesa nella lunga requisitoria di Portelli; in tale comunicato si aggiungeva una critica al Pd nazionale che sostiene il “sì” referendario: l’analogia consisteva nel fatto che sia l’interrogazione di Portelli che la posizione referendaria del Pd nazionale sembrano favorire da una parte Romoli dall’altra Berlusconi.
A causa di questa critica il Forum e i suoi esponenti si sono sentiti rinfacciare di tutto: “geni” della politica, estensori di stupidaggini, settari, ideologi, incapaci, affossatori di Brancati (sic !!!) fin dai tempi del comitato dei 103, sostenitori di Romoli… per tacere gli epiteti privati ai quali si ritiene meglio rispondere “porgendo l’altra guancia”.
Si può discutere tutto, ben venga anche la critica alle opinioni del Forum per Gorizia e dei suoi esponenti come civilmente si verifica in questo blog: ma il rifiuto del dialogo e la trasformazione di un’opinione politica in occasione per denigrare senza entrare nel merito delle questioni sono segnali di un preoccupante scadimento della coscienza democratica. Si ritiene necessaria una presa di distanza del Pd goriziano non dalle più o meno condivisibili strategie, ma dalle esternazioni offensive del suo Capogruppo in consiglio comunale.
Lo scivolone dell’interrogazione fiume è stata percepita da molti, certo, tutti sbagliamo e , se non ci consideriamo i napoleoni della strategia, possiamo anche ammetterlo, ma questo non c’è stato in consiglio ocomunale, nè nei giorni successivi. Quello che dice la stampa (il piccolo) non ha senso alcuno: il capogruppo pd aveva da giorni preannunciato la sua decisione di presentare interrogazione, è intervenuto ad ora molto avanzata, noi avevamo già rivolto le nostre interrogazioni e non c’era modo di riprendere la parola, a meno di non urlare, cosa che però non tutti riescono o vogliono fare. Dunque l’accusa di stupidità è da rispedire al mittente. Si poteva, tra persone di sinistra, ammettere lo sbaglio che consente a romoli di non dire niente per almeno un mese. Ma questo non è stato fatto, allora proprio perchè tanto fessi non siamo, abbiamo detto semplicemente ciò che è accaduto e state certi che le interrogazioni che vogliamo fare non le deleghiamo più a nessuno.
Sbagliando si impara ma soprattutto si impara facendo le cose giuste, e la critica pubblica all’operato del capogruppo del Pd è non solo giusta ma doverosa. Ben venga dunque l’ìimpegno a non delegare a nessuno il ruolo e la funzione dell’opposizione. Circa le accuse di Portelli al Forum di aver lavorato alla caduta di Brancati credo sia bene invitarlo a guaradare in casa propria, a quella guerra per bande e a quelle faide interne alla allora Margherita, che hanno portato la giunta Brancati a cadere per “fuoco amico”.