Il Governo ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge sulla sicurezza approvata in aprile dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. L’impugnativa dell’esecutivo nazionale – ha pubblicato oggi il Piccolo di Trieste – e’ stata notificata venerdì scorso alla Regione. Il Governo ha contestato in particolare sei punti della legge regionale:
1. lo sviluppo di politiche di sicurezza transfrontaliere,
2. il sostegno finanziario alle associazioni volontarie (ronde),
3. il presidio del territorio da parte della polizia locale,
4. lo stato giuridico del personale,
5. l’assimilazione della polizia locale alla polizia giudiziaria
6. l’armamento dei vigili urbani.
Sui principi organizzativi e sul presidio del territorio da parte della Polizia locale ”se necessario, resisteremo davanti alla Corte Costituzionale”: lo ha affermato l’assessore regionale alla Sicurezza, la leghista Federica Seganti, commentando l’impugnazione del Governo della legge regionale sulla sicurezza. ”La legge continuerà a dispiegare i suoi effetti – ha spiegato Seganti – e se su alcuni punti sarà sufficiente una pulitura del testo, su altri intendiamo resistere difendendo, se necessario, le scelte compiute”.
Una domanda: se il Governo ha impugnato la Legge davanti alla Corte Costituzionale, come può “continuare a dispiegare i suoi effetti” fino alla sentenza della stessa?
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