Ha ragione Roberto Covaz a richiamare sulle pagine de “Il Piccolo” il rispetto della legalità a proposito della “tenda azzurra” della signora Elsa ai giardini pubblici. Se non altro perchè se non si attivano le istituzioni c’è il concreto rischio che lo faccia qualche “guardia padana” o qualche più moderna “ronda nera” in camicia bruna, magari con l’aiuto di qualche gentile signora goriziana che ha pubblicamente dichiarato la sua disponibilità a smantellare il ricovero di Elsa. Tuttavia, se è consentito, il principio di legalità non è un principio elastico che vale per alcuni, per esempio gli ultimi, e non per altri. E’, invece, un principio che si ricollega alla triade “libertà, uguaglianza e fraternità” che risale all’89, al 1789 intendo. E quindi vale per tutti, per la signora dei giardini e per chi da anni e anni occupa 1660 mq di suolo pubblico senza che l’istituzione solleciti alcunchè! Ma se non si vuole andare tanto indietro, addirittura ai “principi dell’89”, è sufficiente leggere la Costituzione della Repubblica italiana dove all’art. 3 si legge: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. E’ vero, qualcuno ha pensato bene di fare una norma che sottrae quattro italiani, per salvarne uno, a questo principio, e il Capo dello Stato ha pensato bene di controfirmarla, ma non è il nostro caso. Qui da noi, invece, si può concordemente invitare le istituzioni ad attivarsi per il rispetto della legalità. Sempre e comunque: nel caso dei giardini ed in ogni altro caso. Donald Lam
Credo che cratere e tenda siano due simboli complementari, che ben riassumono questioni importanti per il presente e sopratutto per il futuro della nostra società.
Sul luogo del cratere il progetto prevede negozi, uffici e appartamenti.
Gorizia non ha bisogno di nuovi negozi: li vediamo chiudere dappertutto;
non ha bisogno di nuovi spazi per uffici: tanti edifici esistenti sono chiusi e potrebbero essere recuperati ad uffici, come quelli dell'USL di via Vittorio Veneto o come i bellissimi e abbandonati Provveditoratorato agli Studi, villa Louise, lo stabilimento dei Bagni;
non ha bisogno di appartamenti nuovi: migliaia in città non sono affittati e la sola Ater ne tiene chiusi più di 100.
Insomma negozi, uffici e nuove appartamenti a Gorizia non servono, si potrebbero ristrutturare quelli esistenti e far più bella la città.
Ma il Comune invece permette che se ne costruiscano di nuovi: nell'area del cratere sono previsti 9 milioni di euro di cemento. Inutili e dannosi.
Sull'altro versante, credo sia invece la paura per la propria esistenza e per la naturale complessità del mondo – visto come una minaccia e non come una ricchezza – a creare la necessità di trovare nella signora Elsa un nemico.
Nemico, che necessariamente deve essere diverso e debole, perchè solo così – io incapace di confrontarmi con il mondo – ho la possibilità di batterlo.
Giustamente questo blog mette assieme questi due argomenti non a caso.
Credo che nel prossimo futuro sarà proprio su questi temi che si combatterà lo scontro politico fondamentale di trasformazione società odierna. Sarà sulla natura di questa società che dovremo dire la nostra.