Ci vorrebbe molto spazio per commentare la nuova enciclica di Josef Ratzinger, già il titolo pone tante questioni unendo un concetto essenziamente teologico-spirituale (quindi assoluto,infinito, eterno, trascendente come caritas) accanto a un altro di ordine filosofico-esistenziale (quindi relativo, finito, temporaneo, immanente come veritas) ; essenzialmente una nuova edizione della consueta simbiosi tra umano e divino che è alla base di ogni forma di governo teocratico e cesaropapista.
E’ difficile pensare che sia una casualità la pubblicazione nel giorno in cui inizia il G8 de L’Aquila: forse una scelta per richiamare popoli e culture sempre più lontane dal cattolicesimo medievale a un’anacronistica obbedienza nei confronti di un’ormai tramontata religione ufficiale?
Per ciò che concerne i contenuti essi fanno rimpiangere la Populorum progressio di Paolo VI che oltre 40 anni fa parlava di “sviluppo come nuovo nome della pace” e delle intollerabili conseguenze del capitalismo mondiale; ma anche la Sollicitudo rei socialis di Giovanni Paolo II che ha sostanzialmente “inventato” il termine globalizzazione e ha contestato tanto i sistemi liberisti che quelli cosiddetti del socialismo reale.
L’enciclica di Ratzinger ripropone schemi già noti, con affermazioni ormai classiche desunte dal personalismo cristiano i cui esponenti hanno vissuto la loro migliore stagione oltre cinquant’anni fa: un’etica della libertà che si rivela astratta e incapace di offrire una risposta teorica e pratica alla crisi attuale.
Del resto, come prevedibile, tutti sono saltati sul carro del papa affermando – da destra e da sinistra – pieno consenso: salvo poi tirare dritto ciascuno per la propria strada, lasciando a qualche seminarista smunto il compito di scrivere tra qualche decennio una tesi su quest’enciclica dimenticata.
La critica ai fondamenti socio-economici non può limitarsi a generiche e più o meno condivisibili affermazioni: piuttosto che questa inconcludente enunciazione di principi sarebbe meglio scegliere tra un radicalismo profetico di orientamento evangelico e un fondamentalismo ecclesiologico di stampo costantiniano (cioè tra una Chiesa “smarrita” come il Cristo accanto a ogni uomo nel mondo e una Chiesa imperiale in grado di proporre un proprio specifico modello sociale culturale e economico). Altrimenti si resta a un livello superficiale, ci si prende un effimero applauso bi-partizan e non si conclude nulla…
Mentre vengono pubblicate leggi sulla sicurezza oltre i limiti del razzismo, si scatenano gli appetiti dei grandi potentati economici e la democrazia è minata fin nelle sue basi.
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