Persiste una irresponsabile cortina fumogena sul futuro di IRIS, alimentata dalle dichiarazioni contraddittorie di Romoli e resa ancora più fitta dal palleggio di responsabilità che sembra avvenire, tra proprietà e dirigenza, in merito alla salvaguardia dei posti di lavoro. (…)
Il sindaco, con l’ennesima sparata a mezzo stampa, è arrivato ad ipotizzare la volontà di impiegare l’utile straordinario realizzato dalla vendita del ramo energia per il rifacimento di marciapiedi. Ben altri son gli indirizzi che Romoli ha ricevuto dal Consiglio Comunale di Gorizia non più tardi di un mese fa. Sarà quindi il il caso che il sindaco si rilegga bene la mozione, approvata all’unanimità, e si uniformi alla volontà dell’assemblea consiliare, l’unica titolata per legge ad esprimere indirizzi in merito alle società partecipate e all’esercizio di servizi pubblici. Lui stesso, peraltro, ha votato il dispositivo promosso dal centrosinistra e concordato con il suo assessore Pettarin. Un testo che pone precisi paletti nel percorso di un eventuale aggregazione o fusione di della multiutility isontina e sull’ipotesi di cessione del ramo energia.
Primo indirizzo: la salvaguardia degli attuali posti di lavoro, con il passaggio in forma stabile del maggior numero di dipendenti di IRIS alla società acquirente il ramo energia.
Secondo indirizzo: gli utili straordinari della vendita del settore energetico dovranno essere reinvestiti nella società IRIS per rafforzare ed ottimizzare la gestione del settore ambiente. Non solo per i vantaggi fiscali che tale soluzione offre. Ma soprattutto come naturale prospettiva industriale a difesa dell’economia del territorio e per consentire una diminuzione della tariffa a carico dei cittadini (…).
Terzo indirizzo: nella definizione dei futuri piani industriali della nuova realtà nata dall’aggregazione con il ramo energetico di IRIS andrà garantita la permanenza sul territorio comunale di una “società operativa” (in primis per la manutenzione e l’assistenza, ma anche a garanzia dell’accessibilità degli utenti agli sportelli).
Quarto indirizzo: una maggiore trasparenza sulla formazione della tariffa di igiene ambientale (TIA), purtroppo al momento assolutamente deficitaria come dimostrano le difficoltà di accesso ai dati economici sottostanti la tariffa da parte di consiglieri comunali, associazioni dei cittadini e dei consumatori, uffici comunali stessi.
Questi sono gli indirizzi vincolanti votati all’unanimità in aula anche dal PDL. Questi gli obiettivi che Romoli dovrà conseguire, nella qualità di primo socio di IRIS. Amministrare un comune capoluogo richiede senso di responsabilità, soprattutto se gli interessati sono i lavoratori e c’è un’immediata ricaduta sulla qualità dei servizi pubblici erogati ai cittadini e la vendita del
ramo energia, se si farà, non servirà a far cassa per rifare qualche marciapiede in centro. Per l’arredo urbano Romoli vada a batter cassa in Regione.
Soprattutto, l’operazione di vendita non si può fare sulle spalle dei lavoratori. Romoli deve dar seguito alla mozione e far mettere, nero su bianco, la tutela delle posti di lavoro nel bando di gara. (…) L’opposizione consigliare tutta sarà al fianco dei lavoratori e dei sindacati nella loro mobilitazione.
Federico Portelli, capogruppo Ulivo-PD in Consiglio comunale, a nome anche degli altri gruppi di opposizione
Con l'approssimarsi della pubblicazione del bando di gara per la vendita del ramo energia di Iris, i nodi paiono venire al pettine. Primo fra questi, quello più problematico: la difesa dell'occupazione e dei posti di lavoro. La bozza di bando di vendita sarà sottoposta all'attenzione di una commissione ristretta composta da un limitato numero di sindaci all'uopo individuati. E' assolutamente necessario che costoro leggano con la massima attenzione il testo loro proposto che deve contenere "nero su bianco" che la prima condizione di vendita debba essere il mantenimento della garanzia occupazionale. Già in altre occasioni l'assemblea dei sindaci ha mostrato scarsa attenzione ai documenti proposti da Iris circa la sua attività istituziionale. Così nessuno ha rilevato l'anomala crescita del fondo rischi su crediti del bilancio 2006, che di fatto celava il mancato incasso di circa 500 mila euro di bollette non pagate! Ebbene, questa volta è necessaria la massima attenzione sulle condizioni di vendita a tutela delle garanzie occupazionali e, perchè no, anche sul prezzo, visto che occorre ricordare quali erano le offerte di Amga e Acegas, di meno di un anno fa: circa 100 milioni di euro! Pertanto Sindaci: guardate e leggete bene!
donald lam