Il Consiglio Comunale del 20 luglio dirà la posizione definitiva sulla questione del testamento biologico, ma, per come si è svolto il dibattito nella precedente assemblea, c’è da essere pessimisti. La petizione su cui i Radicali hanno raccolto alcune centinaia di firme richiedeva che l’amministrazione istituisse un registro per i testamenti biologici, in modo che, depositati in Comune, essi potessero essere autenticati e conservati. Il testamento biologico è l’espressione della volontà di essere curati a tutti i costi e con qualunque mezzo o essere lasciati morire con eventuali cure palliative. Si tratta di decisione che viene espressa quando si è consapevoli, ma modificabile nel tempo, per evitare di dover vivere il calvario che abbiamo visto percorrere dalla famiglia Englaro, la cui figlia non aveva preventivamente lasciato esplicite dichiarazioni sulle cure da ricevere o non ricevere.
La legge che si discute in parlamento rischia di essere una cattiva legge che non lascerà l’ultima decisione al paziente ed imporrà probabilmente al malato dei veri e propri interventi terapeutici, spacciandoli per “alimentazione” ed “idratazione” Sarebbe utile dunque che da Gorizia, come è successo in altri comuni d’Italia, compresa Pisa e alcune municipalità di Roma, partisse un segnale inequivocabile da parte dei cittadini, che rivendicano il loro diritto a decidere della loro vita. In consiglio comunale la maggioranza dei consiglieri non ha voluto far parlare un rappresentante dell’associazione radicale che aveva raccolto le firme, motivando che “così si creava un precedente”. Sarebbe stato a mio avviso un precedente virtuoso!Non si capisce infatti perchè i cittadini, in tempi e con procedure regolamentate, non possano intervenire in assemblea, soprattutto quando parlano a nome di gruppi di interesse, come in questo caso. Successivamente la discussione, pur ampia, è proceduta con una serie di argomentazioni che vertevano su alcuni punti discutibili: perché raccogliere i testamenti prima della legge? Come fare con la legge sulla privacy? Perché non raccogliere le dichiarazioni presso l’ASL? Osservazioni che non sono condivisibili, dato che lo scopo della petizione è quello di indirizzare il legislatore, sancire diritti civili e non sanitari da subito. Per quanto riguarda la privacy, basterebbe seguire la buona prassi degli altri comuni italiani che hanno deliberato di raccogliere i testamenti. Quello che mi sembra manchi da parte del centro destra è la decisa volontà di considerare prioritari i diritti dei cittadini che vogliono in autonomia decidere di non proseguire vite in coma vegetativo o in situazioni di dipendenza da macchine. Chi crede che a decidere della vita terrena debba essere un essere supremo, non sarà certo costretto a vedersi “staccare la spina” e potrà continuare a vivere in ogni condizione, ma chi non crede a questo, deve avere il diritto di non essere sottoposto ad accanimento terapeutico. In molti paesi d’Europa queste leggi già ci sono, in Italia sembra che coloro che non si riconoscono nella concezione della vita e della morte di parte della Chiesa, siano cittadini di serie B, con minori diritti degli altri. E’ questa categoria che va tutelata: le coppie di fatto, coloro che non sono d’accordo sull’accanimento terapeutico, gli omosessuali sono cittadini che, pagando le tasse come gli altri, devono avere gli stessi diritti dei credenti.
Anna Di Gianantonio, Forum Gorizia
Si definiscono appartenti al Partito della Libertà. Hanno fatto della libertà, o meglio delle libertà, la loro parola d'ordine: libertà di fare quello che più li aggrada, libertà di non pagare le tasse, libertà di costruire al di fuori delle regole, libertà nei confrornti dello Stato centralizzatore, libertà di licenziare, libertà dalle intercettazioni (al solo scopo di evitare "brutte figure"), libertà dalle critiche della stampa nazionale e d europea "asservita al disegno dei comunisti". Insomma, la libertà è il loro valore , la loro stella polare, lo zenit ed il nadir del loro agire politico. Ma … ma c'è un solo campo nel quale la parola libertà per loro non vale; quando ognuno di noi deve decidere della propria vita e della propria morte. Non per gli altri, ma solo esclusivamente per se stessi. Allora no, a decidere è lo Stato, con le sue leggi e le sue regole fatte da loro. Siamo alla Stato Etico, con tutto ciò che ne consegue! Ma vadano pure a fare in ….!
Donald Lam
P.S. – Dimenticavo: arriverà presto il Parlamento la proposta della ministra Carfagna per la punibilità dei cittadini che frequentano le prostitute (pardon, le "escort") che conterrà un codicillo ad esclusivo uso e favore del Presidente del Consiglio (peraltro, già al sicuro con il lodo Alfano). Ma, si sa, melius abundare quam deficere.