Slitta a fine estate la possibilità per le imprese di manifestare interesse alla realizzazione del centro commerciale previsto al mercato coperto di via Boccaccio. Il tempo della gara scadeva il 27 luglio ma il Comune si accorge che è estate, fa caldo e rimanda tutto a fine settembre. Trovata geniale come il nome del progetto: Leonardo.
In che modo il progetto Leonardo sarà utile a Gorizia? Chi ci guadagnerà? I dubbi vengono persino alle imprese che vorrebbero far affari e che per ora non manifestano alcun interesse a partire.
Ma per il momento chi paga? Noi: Regione e Comune hanno pagato il progetto Leonardo che propone una grossa struttura di quattro piani in cemento (per capirci un edificio delle dimensioni di circa 100 alloggi) sul piazzale che ospita oggi il mercato all’ingrosso, che diventerà il “cuore pulsante dello shopping center”. Prevista anche la riqualificazione (viene chiamata sempre così, che riqualifichi oppure no) del mercato coperto di via Boccaccio e la trasformazione delle aree attorno. I numeri sono questi: 7.500 mq di superficie di vendita, 500 parcheggi, 250 nuovi posti lavoro, per una spesa di 30 milioni di euro.
Perché il Comune sceglie di fare una nuova struttura di cemento armato piazzata dentro al centro storico, attaccata all’antico chiostro di Santa Chiara? Non si sa e il Comune non ce lo spiega. I progettisti assicurano che l’edificio sarà bello – più bello del chiostro di Santa Chiara? – e questo da solo basta e assicura “una grande occasione di rilancio” per il centro cittadino. Tutto qua. Ovvio che chi si preoccupa di vendere, progetta solo strutture di vendita ma perché il Comune non vede un po’ più in là?
Prima domanda: perché soppiantare il centro storico trasferendo lo shopping in un edificio in cemento armato?
Seconda: i 250 posti di lavoro escono tutti dal nulla? Perché non si chiede quanti saranno gli imprenditori dei piccoli negozi goriziani costretti a chiudere e quanti i posti di lavoro persi? Eppure tutti gli studi dimostrano che un nuovo centro commerciale porta per l’occupazione un saldo sempre negativo. Perché mai il Comune progetta per la città un futuro chiamando un ricco imprenditore da fuori e prevede per i suoi giovani una vita di lavoro modesta e precaria?
Eppure sappiamo che a Gorizia per portare la vita nel centro storico bisogna inventare e organizzare un evento importante, spendere soldi, bloccare il traffico, liberare le strade dalle automobili, vivere gli spazi pubblici della città. Gli esempi ci sono: la Storia e i Gusti di frontiera riescono a cambiare il modo di vivere la città senza costruire un edificio di cemento e 500 parcheggi coperti.
Capire che il progetto Leonardo è inutile e pericoloso è il primo passo che dovremmo fare per comprendere il danno che per la città e i suoi abitanti viene fatto da questa condivisione di politiche e di obiettivi fra marketing immobiliare e amministratori comunali.
Il Comune invece di usare i nostri soldi per un geniale grande progetto e aspettare manifestazioni di interesse di un grosso imprenditore che viene da fuori, potrebbe fare tanti piccoli progetti per attivare le energie, le potenzialità, le idee dei nostri giovani in modo da riconquistare e far rivivere una città che sta morendo.
la compagnia dei transalpini
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