Il rap cantato dagli scolari di via Zara fa venire in mente una ridda di pensieri: i lavori in corso, le strettoie, i segnali di pericolo, le viabilità modificate come pure i sensi vietati che sembrano contraddire le direzioni obbligate non riguardano soltanto le strade del centro cittadino. La città “si farà bella” quando saprà cogliere il disagio crescente nelle più giovani generazioni, quelle che inneggiano, probabilmente scherzosamente e senza pensarci su troppo, alla morte della propria maestra e al sangue “che cola come coca cola”, alle mitragliatrici che sparano e così via…
Non si sblocca la questione dei giovani, ha superato ormai l’anno la loro inevasa richiesta di essere ascoltati dal consiglio comunale; le scuole elementari si fanno ora teatro di nuovi interrogativi pressanti, i bambini invocano attenzione e lo fanno affrontando gli unici argomenti ancora tabù nella società postmoderna, la morte e la violenza che non a caso sono anche i fondamenti del “sacro”. Chi darà loro risposta?
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