Due poteri si scontrano al “vertice” del giornalismo italiano: Feltri – direttore del Giornale della famiglia del suo referente politico Berlusconi – attacca Boffo – direttore del quotidiano della Conferenza episcopale italiana. Lo fa portando in prima pagina un patteggiamento per molestie sessuali che evidentemente vuole screditare chi, dopo molto prolungato silenzio, ha osato farsi portavoce del malumore dei vescovi intorno alle vicende e agli atteggiamenti pseudosentimentali del Presidente del Consiglio. Fioccano le parole di solidarietà intorno a Boffo, che sostanzialmente finora non smentisce le accuse a lui rivolte ma parla di killeraggio giornalistico.
Tutto ciò è molto inquietante: il giornale di Berlusconi attacca frontalmente un altro giornale sicuramente non nemico nel momento in cui timidamente azzarda qualche critica al premier; Avvenire e i vescovi fanno quadrato intorno al direttore e non dicono se le accuse a lui rivolte sono false; il capo del Governo ne approfitta per sparare una delle sue dichiarando che “in ogni caso la vita privata è intangibile” – quindi anche nel presunto caso in questione dove si parla di un patteggiamento di pena…
Che Berlusconi si crogiuoli negli equivoci dei giochetti di parole lo sanno tutti, che sia dietro a questa penosa vicenda è molto probabile; si spera invece che venga fatta presto chiarezza su troppi imbarazzi e parole non dette, che non fa onore alla Chiesa chi si definisce – a ragione o a torto – custode dell’unica Verità. Se davvero Boffo è stato condannato i casi sono due : o è vero ciò di cui è stato accusato oppure è vittima di un errore giudiziario; se invece Boffo non è stato condannato presenti immediatamente una querela per diffamazione. Ma quanto prima parli…
Pare ci sia una novità importante: la velina che accusa Boffo non proviene dalla magistratura e la polizia fa sapere di non saperne nulla circa i comportamenti sessuali di Boffo. Allora, chi c'è dietro?
Idea maliziosa: Feltri era direttore di Libero e anche "l'agente Betulla",attuale parlamentare del Pdl, Renato Farina, era a Libero in qualità di vice. Forse i servizi ci azzezzecano??
Continua il balletto: Boffo dice che si tratta di una patacca anzi di una "cacca", Feltri insiste sull'esistenza di un documento ufficiale. Il primo minaccia querele ma per ora non le emette, il secondo afferma di avere in cassaforte le prove. I vescovi lasciano trapelare un po' di imbarazzo(da scommettere un siluramento soft di Boffo fra qualche mese) mentre i volponi di Pdl e Lega sembrano voler frenare Fetri: il risultato di "fermare" chi osa interferire sulla vita "privata" del premier è stato ottenuto; ora è meglio non esagerare per non erodere gli evidenti consensi che buona parte della gerarchia e una fetta consistente di elettorato sedicente cattolico dimostrano nei confronti della Destra. Brutta storia, comunque…
ab
ma a me che me frega che Boffo parli? Non sapevo nemmeno della sua esistenza prima di ieri! E non ho mai letto in vita mia Avvenire! Fosse anche tutto vero Boffo è passato per un tribunale e ora ora è un cittadino libero che può fare quel che vuole. E' Berlusconi che non si fa giudioare dai tribunali e che ci sta rovinando la vita. Anche facendoci occupare di cose come questa di Boffo. Fra Boffo, che fra qualche giorno dimenticheremo, e Berlusconi che non dimenticheremo neppure quando sarà finalmente spazzato non ci può essere un confronto.
Non è obbligatorio sapere chi è Boffo, anche se è direttore di un quotidiano letto da 250mila persone in Italia e soprattutto è il più importante portavoce ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana. Che quest'ultima abbia un'influenza importante su tutti i Governi (centro sinistra e centro destra) è abbastanza evidente: per questo se concordo sul fatto che Boffo ha ovviamente il diritto di comportarsi come vuole mi lascia invece perplesso il fatto che proprio lui – ammesso che sia vero ciò che scrive il Giornale – si erga come moralista ufficiale a condannare dico, eutanasie, testamenti biologici, preservativi e quant'altro. E poi sono ancor più perplesso sul fatto che secondo l'informativa in questione il personaggio era "controllato" dalle forze dell'ordine in quanto omosessuale; in altre parole l'essere omosessuale giustificherebbe di per sé l'attenzione delle forze dell'ordine. Ciò preoccupa molto e conferma una discriminazione inaccettabile sul piano culturale e legale. La questione è per molti versi emblematica e riguarda le relazioni tra i diversi poteri che interagiscono in Italia nonchè i limiti di un giornalismo "cane da compagnia" del Potere (in America il giornalismo è definito "cane da guardia" del Potere). Non mi sembra questioni irrilevanti, al di là dei problemi personali e reciproci di Boffo e Feltri.