Il Presidente della Camera Fini denuncia i rischi di leggi “quasi razziste” nei confronti degli immigrati; alcuni autorevoli esponenti della Chiesa cattolica polemizzano per qualche giorno con Bossi e Calderoli sullo stesso tema giungendo fino a un ardito (ma ben presto dimenticato) paragone con i silenzi che hanno accompagnato la Shoah; su facebook suscita entusiasmo il gioco che induce all’espulsione del migrante e prende addirittura forma – con il consenso dei vertici nazionali della Lega Nord – la possibilità della “tortura nei confronti degli immigrati” che minaccerebbero la “nostra” sicurezza; i richiedenti asilo che non vengono rispediti a casa propria sono sempre più lasciati alla deriva nel mare della crisi…
E il centro sinistra che fa? Sostanzialmente tace: le solite baruffe chiozzotte all’interno di un Pd avviato a un’inevitabile secessione interna, gli imbarazzi per una situazione che è stata creata anche dalle politiche dei governi di centro sinistra, l’effimero stracciarsi di qualche veste gufando l’improbabile rottura degli equilibri governativi. Occorre aprire un dibattito molto serio su questo tema: la soluzione non sta certo nei giganteschi ghetti metropolitani (quartieri dai 50 ai 100mila abitanti tutti stranieri dove si va avanti con lingua leggi e istituzioni totalmente autonomi), né nei Cpta, Cie e Cara che hanno aggravato e non certo risolto la situazione, né nella violazione delle convenzioni sui diritti della persona umana. La soluzione – lo sanno tutti – sta nel dare contenuto ai termini integrazione, inclusione, reciprocità: ma al di là delle esperienze virtuose di una Zugliano, della testimonianza di qualche persona più sensibile e delle prese di posizione di isolati uomini di cultura o religiosi sembra che tali contenuti siano ben lontani dall’essere trasformati in autentico progetto politico e culturale. Zero nell’attuale dibattito interno al Pd, zero nell’autoeliminata Sinistra.
In queste condizioni l’agenda estiva della politica italiana trova la sua più alta espressione nel Meeting di Rimini. Il che è tutto dire…
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