Se uno legge l’intervista a Romoli sul Piccolo pensa di aver comprato il giornale di due anni e mezzo fa. In essa si dicono esattamente le stesse cose trite e ritrite, senza alcuna dose di saggezza: “portare a termine il cambiamento della città” significa per il primo cittadino completare opere pubbliche in gran parte già avviate dalla Giunta Brancati (qualcuna anche da Valenti) e realizzarne una “progettata nel 2008” (la piazza sant’Antonio sulla quale non si può che dire “de gustibus…”); “aver impresso una nuova marcia alla città” vuol dire pensare che a metà mandato siano un successo una piazza Vittoria paralizzata, una via Garibaldi in stato pietoso e pericoloso, una città piena di buche, una trafila di negozi che chiudono ogni giorno a causa delle lungaggini dei lavori, una mancanza di attenzione nei confronti dei più deboli denunciata (giustamente!) proprio oggi sull’altro quotidiano locale da Hassek e Punteri, autorevoli esponenti del gruppone Pdl in consiglio comunale… Per il resto le solite promesse: “i tecnici mi hanno assicurato che…, il 31 agosto riprenderanno i lavori in…, da martedì ci saranno gli operai a…” Insomma, Romoli incrocia le dita, riprende lo sport del “lancio delle promesse” incamerando come unico – dall’intervista si desume proprio unico – risultato concreto (indiretto ma indubbiamente importante) la facoltà di architettura a Gorizia. La città sta cambiando più velocemente del previsto: molto in peggio, sempre più marginale negli scenari della nuova Europa nella quale avrebbe potuto essere protagonista. La squallida polemica montata in città contro gli organizzatori del festival del folklore dimostra il volto autarchico, poveramente campanilista, chiuso e conservatore dell’attuale governo cittadino.
A parte il fatto di parlare di nuovo impulso alla città (dove?come? quando?), il sindaco parla solo ed esclusivamente di opere pubbliche e anti schimazzi. Dalla sua intervista emerge, in modo macroscopico, la mancanza di una visione del futuro della città. Non si chiedono vasti orizzonti, ma qui non ci sono neppure visioni di medio periodo. Come il sindaco di Gorizia pensa di imprimere una marcia nuova alla città?Potenziando cosa? Mirando a quale obiettivo? Cosa pensa di fare riguardo alla sanità, al problema del lavoro, che visione ha dell'identità cittadina? Vuoto assoluto.Io mi chiedo e mi arrovello su una questione: ma perchè Ettore Romoli, che ha rivestito ruoli di tutto rispetto nella politica, che è uomo cui non manca il conquibus, che appare realizzato, perchè, dico io, ha accettato di fare il sindaco di Gorizia, quando si vede che è del tutto demotivato? A chi ha dovuto fare o restituire un favore?