Lo scorso martedì, con un quadrimestre di ritardo sui tempi imposti dalla normativa regionale e due mesi persi a causa di impallinamenti interni alla maggioranza consigliare, è stato finalmente varato il regolamento per la nuova Commissione Paesaggio. Si tratta di un nuovo organismo che dovrà esprimere pareri “obbligatori non vincolanti” e “facoltativi non vincolanti” (sic) a chi dovrà concedere i permessi per edificare in particolari zone della città. Contestualmente è stata soppressa la Commissione Edilizia integrata, mentre rimane quella “Comunale” anche se sostanzialmente esautorata. Una volta approvato il Regolamento ci sarà un complesso iter per la nomina dei cinque commissari da parte della Giunta: i nomi saranno segnalati da parte degli Ordini professionali e delle associazioni ambientaliste, ma chi deve decidere lo potrà fare anche senza tener conto di tali indicazioni. I tempi si prospettano lunghi, anche perché l’assoluta gratuità delle prestazioni difficilmente sarà motivo di attrazione per professionisti competenti!
In altre parole, un poveraccio che vuole ricevere un permesso non può averlo perché la commissione edilizia ancora esistente non ha facoltà di esprimere un parere obbligatorio mentre la commissione paesaggio a ciò abilitata e deputata è ben lungi dall’essere costituita. Cosa deve fare allora il povero cittadino? “Che si rivolga in Regione per chidere chiarimenti!” ha risposto uno degli Assessori. Chissà, forse da Trieste sarà indirizzato a Roma e da Roma a Bruxelles e così via. Insomma, invece di migliorare la situazione peggiora e si è sempre più in ballo di una burocrazia feroce che sembra concretizzare ogni giorno di più l’inquietudine mitteleuropea delle indimenticabili visioni di Franz Kafka.
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