E’ finita molto prima del previsto la due giorni di Consiglio Comunale dedicata a temi molto importanti. “Finalmente – dirà qualcuno – la Presidenza è riuscita a imporre uno snellimento dei lavori!” Nooo, semplicemente alle 0.20 di mercoledì (detto per inciso, giusto in tempo per assicurarsi il secondo gettone di presenza), il vecchio Valenti ha detto stop: come dire che nel momento in cui si devono affrontare i temi proposti dalle forze di minoranza un consigliere qualsiasi si può alzare, dichiarare di essere stanco e mandare a casa tutti.
Del resto è stato un Consiglio strano: il tema più rilevante era la vendita dei rami elettricità e gas di Iris, la trasformazione del ramo ambiente e la liquidazione della società. La sera di lunedì la stessa delibera era stata presentata a Monfalcone e aveva riscontrato il voto favorevole del Pd nella maggioranza di centro sinistra, mentre Rifondazione Comunista con un’alchimia aveva garantito il numero legale non votando la delibera; il Pdl era uscito clamorosamente dall’aula ritenendo irricevibile la proposta. La sera di martedì a Gorizia la maggioranza dava un voto che vedeva il Pdl unanimemente favorevole (sull’identica proposta ritenuta irricevibile dal Pdl monfalconese) con la Lega Nord fuori dall’aula, mentre l’opposizione assumeva atteggiamenti diversi, parte del Pd astenuto o assente, con la componente della Slovenska skupnost, il Forum e Progetto Gorizia, con Sinistra e Libertà e Italia dei Valori esplicitamente contrari; cioè, sulla cessione di Iris chi comanda vota decisamente a favore chi è all’opposizione decisamente contro, in modo totalmente indipendente dalla propria appartenenza partitica, vincono gli interessi di campanile o di bottega, perde l’autentica Politica…
Strane le posizioni di alcuni esponenti Pdl nel primo intervento teoricamente e con forti motivazioni contrari, nel secondo intervento del tutto favorevoli con ragionamenti degni del miglior Azzeccagarbugli; e quelle di un esponente della Lega (in poco più di un anno subentrato a Gualdi come Lista per Gorizia, divenuto la Lista siamo noi e transitato poi “dall’altra parte dell’aula” entrando nella Lega Nord Padania) che dopo l’astensione su un documento di simile importanza votava solo contro tutti affinché non fossero recuperati qualche decina di migliaia di euro a favore della città inopinatamente persi nei meandri della burocrazia.
Il grande dominatore della seduta è stato Gaetano Valenti: sembra sia stato lui a imporre di togliere dall’ordine del giorno già deciso nella Capigruppo la mozione urgente De Santis dedicata a quella bazzeccola che è la quasi certa soppressione entro l’anno dell’ASS2 di Gorizia, è lui che ha imposto di non dare alla città un segno di sobrietà attraverso il taglio del 20% del simbolico compenso attribuito ai revisori del conti, è lui che ha manifestato urlando in aula espressioni da lord inglese decaduto per manifestare il suo dissenso nei confronti di chi non la pensava nel suo stesso modo, è grazie alla sua voglia di andare a dormire che è saltata la discussione urgente sul destino del valico del Rafut, ultima possibilità di fermarne una destinazione impropria e per inserirlo in quell’occasione unica e irripetibile per la cultura goriziana che è il progetto del sistema museale del Novecento costruito in accordo con il Goriski Muzej di Nova Gorica…
Insomma, Valenti sempre Valenti, da decenni sulla scena politica goriziana, sindaco tra il 1992 e il 2002, ora contemporaneamente consigliere comunale e capogruppo Pdl in Comune, nonché Consigliere regionale a Trieste, pressoché unico interlocutore Pdl nell’aula, “uomo del monte” che con i suoi inquietanti sì o no si serve dei suoi quasi sempre silenti colleghi di partito per imporre la propria decisione… Alla quale, spesso evidentemente un po’ imbarazzato, si deve adeguare anche il povero sindaco Romoli che – dispersi in un suo più fastoso passato politico appoggi ben più importanti – si deve accontentare di ciò che passa il convento.
L'andamento del consiglio comunale è stato scandaloso: esaurita la vendita di iris con l'incomprensibile astensione del pd, tutte le voci critiche dei primi interventi dei consiglieri di maggioranza zittite, Valenti presentea un ordine del giorno per andare al letto, prima della discussione delle mozioni, compresa il rafut. Il presidente, invece di tutelare il diritto della opposizione a discutere delle mozioni presentate, mette in votazione: evidentemente i numeri li hanno e, felici come pasque, vanno a nanna. A cosa serve la riunione dei capigruppo, quando l'ordine del giorno, i tempi e i modi li decide Tano Valenti? A questo punto nel gruppo si impone una seria riflessione: questi ti impediscono di parlare, di spiegare, fanno quello che vogliono. Se non è una situazione di emergenza democratica, poco ci manca.adg