Egregio signor Sindaco,
Ci rivolgiamo direttamente a Lei per chiedere che i due valichi di Rafut e di S. Pietro non vengano alienati e vengano invece destinati a fini culturali.
Essi potrebbero costituire un pezzo del Museo del Novecento.
Il desiderio di tutti noi, cittadini di Gorizia, è quello che la nostra città possa riconquistare, almeno in parte, il prestigio del passato e che riesca a trasformare la drammatica storia vissuta nell’ultimo secolo in arricchimento culturale e civile, soprattutto per i giovani, in risorse economiche derivanti dal turismo, in maggiore consapevolezza collettiva della propria memoria.
A nostro parere la specificità della città e del suo territorio è di essere stato diviso e lacerato e di aver conosciuto immani tragedie che lo hanno posto al centro della storia europea. Gli edifici dei valichi sono un concreto esempio di un confine che taglia la città, separandola dal suo contesto naturale: una situazione che ha pochi esempi in Europa e sulla quale è possibile, a nostro avviso, investire, anche in collaborazione con i musei d’oltre confine.
Inoltre ci sembra necessario valorizzare la zona anche dal punto di vista naturalistico, costruendo una pista ciclabile che colleghi i singoli punti di attrazione dal colle del Castello alla Castagnevizza. Essa potrebbe così diventare una meta del turismo scolastico, in sinergia con altri luoghi della memoria regionale (i percorsi e i cimiteri della Grande Guerra, i monumenti triestini).
La cifra che il Comune perderebbe dalla non alienazione dei valichi è ridicola: circa 70.000 euro per entrambi i manufatti. Noi pensiamo che essi invece possano essere fondamentali nel quadro dell’allestimento di un percorso museale del Novecento, che caratterizzi immediatamente, anche con una speciale cartellonistica, i punti nevralgici della storia cittadina. I valichi potrebbero essere utilizzati per mostre fotografiche e piccole mediateche, dove gli studenti potrebbero trovare testimonianze, filmati, documentari sul confine orientale e potrebbero apprendere la peculiarità straordinaria della storia locale. Il problema principale oggi è non (s)vendere questo patrimonio e sapere che esso può costituire una grande risorsa di tipo culturale. Costruire insieme il progetto, con la collaborazione delle associazioni cittadine e delle realtà slovene, sarebbe un primo passo per lanciare un’immagine forte di una città in grado di valorizzare il proprio passato e farlo diventare una ricchezza, traendo da esso energia e forza per costruire un diverso futuro.
Il gruppo consiliare Forum Gorizia
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