Un tema molto dibattuto in Italia è quello del carcere. Anche a Gorizia il problema è molto sentito a causa del sovraffollamento e delle strutture fatiscenti. Una ventina d’anni fa era stata sottoscritta da duecento esponenti della società civile italiana una proposta che può essere tuttora definita il classico “uovo di Colombo”: chiudere le case circondariali e convertire le pene inferiori ai tre anni in periodi di uguale durata da scontare frequentando comunità riconosciute idonee a garantire lavoro e successivamente reinserimento nella vita sociale. Se tale proposta fosse stata accettata – si diceva allora ma il discorso vale oggi “a fortiori” – lo stato avrebbe risparmiato qualcosa come il 70% dei fondi destinati alla carcerazione, sarebbero prosperate el comunità di accoglienza e si sarebbe istantaneamente risolto il sovraffollamento. Invece di pensare a costruire nuove strutture carcerarie o pensare a improbabili ristrutturazioni perché non riprendere in mano quell’antica proposta e rilanciare il ruolo delle comunità?
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