Un pensiero a don Alessandro Santoro, prete delle Piagge di Firenze. E’ un uomo che ha condiviso la sua esistenza con gli abitanti di uno dei quartieri più complessi e marginali della città, che ha saputo offrire un’immagine straordinaria e concreta di ciò che significhino le parole accoglienza, fraternità, amicizia; chi ha visitato il suo centro sociale ha visto anche un esempio di vangelo vivo, di dialogo tra le culture, le religioni, le concezioni della vita e del mondo. E’ un uomo molto serio, con gli occhi profondi e penetranti di chi frequenta abitualmente gli abissi dello Spirito e i meandri nascosti dell’Umano. Non ci si può neppure immaginare quanti semi di speranza sono stati trasmessi attraverso le sue parole e le sue azioni… Don Alessandro Santoro è stato rimosso dalla cosiddetta “cura pastorale” e la sua comunità ora deve proseguire il suo cammino senza di lui, invitato dal suo Arcivescovo a “riflettere e pregare” dopo aver compiuto il “terribile reato” di una non autorizzata celebrazione sacramentale dell’amore: il problema sta nel fatto che la donna tanto tempo fa era uomo, molto prima delle nozze civili che aveva già celebrato 25 anni fa. Una comunità capace di accogliere con gioia una celebrazione così densa di significati saprà reagire positivamente anche all’allontanamento della sua guida; ma la Chiesa ufficiale, se vorrà andare avanti senza perdere definitivamente il contatto con la storia, dovrà ascoltare con particolare attenzione coloro che in nome del vangelo dell’amore la vorrebbero accogliente, madre e maestra capace di condividere le gioie e le sofferenze di ogni essere umano, ciascuno per quello che è e per come è, ovvero secondo la Bibbia “immagine e somiglianza di Dio”.
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