Con le sue parole apparentemente soltanto un po’ sbruffone Berlusconi mette in discussione l’intero sistema democratico. Quando afferma “nulla potrà fermarmi perché gli elettori mi hanno investito del mandato di governare” dice il falso: la maggioranza degli elettori ha sì scelto il proprio premier, ma nell’ambito dei limiti e delle garanzie fissate dalla Costituzione. E, tra queste, c’è la distinzione tra il potere legislativo, esecutivo e della magistratura. I Costituenti hanno evidentemente previsto che la democratica elezione non può essere sufficiente garanzia: affermare che “nulla può fermare” un capo del governo nell’esercizio delle sue funzioni significa misconoscere tali regole e rivendicare un potere dittatoriale. Dopo la minaccia alla libertà di stampa e il “fuoco amico” giornalistico contro l’ex direttore del moderato quotidiano dei Vescovi oltre che contro il presidente della Camera si profila a tempi brevi la resa dei conti con la Magistratura. Forse già oggi, in attesa della sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano. Che è assai difficile definire “costituzionale”!
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