Con tutto rispetto per Obama Barack, questo premio Nobel per la pace suscita qualche perplessità.
Si può trattare di un riconoscimento a priori, quasi un incoraggiamento a continuare sulla strada intrapresa; tuttavia alcune parole programmatiche favorevoli alla distruzione degli arsenali atomici, qualche peraltro straordinario discorso sul valore delle differenti radici culturali dell’Occidente, qualche offerta di collaborazione a ex nemici e annuncio ancora non concretizzato di contrasto alle classiche lobby statunitensi… non sembrano sufficienti per spiegare una menzione di così grande onore, che sarebbe stata ben più giustificata tra un paio d’anni, a progetti avviati in un clima planetario effettivamente migliorato.
Tre possibili interpretazioni: si è voluto offrire al Presidente Usa una ribalta internazionale di enorme prestigio per rafforzare la sua volontà di cambiamento e per “avvisare” eventuali minacciosi detrattori; si è voluto disinnescare la carica potenzialmente innovativa del successore del grigio Bush attraverso un premio che molto spesso è servito a ricondurre nella “casa” del capitalismo occidentale eventuali tentativi di fuga in avanti; non c’era nessun altro da onorare, il che indurrebbe a pensare a un mondo talmente triste da non riuscire a riconoscere neppure un autentico e fattivo costruttore di pace.
Comunque sia, auguri Presidente Obama Barack e complimenti agli americani che l’hanno votato, noi ci dobbiamo tenere il nostrano presidente del consiglio, un premio davvero No Bel!
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