Dopo il via libera alla vendita del ramo energia di Iris decretato da tutti i consigli comunali della Provincia ad eccezione di Medea e Villesse, la stampa locale ha rimarcato il fatto che l’operazione di vendita riguarda inscindibilmente il ramo gas, il ramo elettricità e l’attività di Isogas. Non a caso si legge che il presidente Querin ha specificato a chiare lettere che l’offerta “dovrà essere in blocco. Ovvero non è previsto che si possa acquistare soltanto il ramo gas piuttosto che quello relativo all’energia elettrica”. Peccato che nel testo relativo all’Avviso di Manifestazione di interesse sia scritto esattamente il contrario e cioè che Iris potrà accogliere anche offerte relative ad un singolo settore qualora non ritenga congrua e soddisfacente l’offerta complessiva. Insomma, c’è anche la possibilità del cosiddetto “spezzatino”, una vendita frazionata delle singole attività, che Iris fino a ieri motivava con il fatto che a fronte di una offerta complessiva di 100 la cessione separata e indipendente delle tre realtà in vendita avrebbe portato ad un incasso complessivo, poniamo, di 105. Queste le ragioni con le quali il presidente Querin motivava, fino a pochi giorni addietro, l’eventuale “spezzatino” anche ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Ma questa non è la sola anomalia in questa storia che si trascina da due anni. Lo scorso anno l’ “offerta irrevocabile” avanzata da Amga per un importo complessivo di oltre 90 milioni di euro, di cui oltre 40 cash e il resto in titoli eventualmetne convertibili dopo tre anni e con l’impegno di assumere 122 lavoratori dei rami gas e elettricità, fu fatta cadere dall’assemblea dei sindaci di fronte alle strumentali osservazioni circa i rischi di un contenzioso legale per un iter di vendita che non avesse previsto la formula della gara. Oggi, nell’avviso al pubblico per la Manifestazione di interesse si può tranquillamente leggere che Iris si riserva – tra l’altro – di accogliere “offerte irrevocabili”.
Un’ultima osservazione, infine, riguarda il settore ambiente, per il quale non è previsto alcun vincolo di destinazione di quanto ricavato dalla vendita del ramo energia, salvo la necessità espicitata con nota a latere di una dotazione di almeno 17 milioni di euro (sic) per ripianare il debito pregresso (6 milioni). la liquidazione dei soci privati, (2,6 milioni), la dotazione operativa (altri 6 milioni) ed altri impegni per ulteriori 2,6 milioni. La stessa nota, a firma del presidente Querin, auspica e sollecita in ogni caso la necessità di provvedere “urgentemente ad aggregazioni anche in ambito di contiguità”. E chi vuol capire, capisca.
Alla fine, e se ancora molto altro resta da dire, credo che abbiano fatto bene i consigli comunali di Medea e Villesse ad opporsi a questo tipo di vendita.
dl
Può spiegare il PD perchè si è ASTENUTO al consiglio comunale?
Bisognerebbe chiederglielo, ma io azzardo una risposta. Il Pd a livello provinciale ha votato compattamente, salvo rarissime eccesioni, per la vendita di Iris secondo quanto proposto dal CdA della società. Votare contro avrebbe sancito una spaccatura a livello provinciale che certro non avrebbe giovato anche in vista delle prossime scadenze congressuali. Hanno scelto così la foglia di fico degli ordini del giorno che accompagnano la delibera di vendita, odg ovviamente e naturalmente accolti dalla maggioranza del PdL perchè di fatto non spostano di una virgola la scelta, e soprattutto le modalità, della dismissione del settore energia. Insomma, nelle intenzioni una ricerca di far bella figura a poco prezzo, nei fatti una figuraccia che fa il paio in sessantaquattresimo con il mancato affondamento dello scudo fiscale per le numerosissime assenze nel file del Pd (tra gli altri anche quella dell'on. Alessandro Maran).
Almeno così a me pare.
Dario Ledri
Insomma…
un'opposizione all'italiana.
Curioso fenomeno da studiare, visto che si ripete così spesso.