“La presente proposta di legge è volta a favorire i cittadini che sono residenti o svolgono attività lavorativa in Regione da un significativo lasso di tempo, con particolare riferimento all’accesso ai servizi per la prima infanzia, agli interventi di sostegno alla famiglia e alle persone non autosufficienti, al diritto allo studio, all’edilizia residenziale pubblica.”
E’ l’incipit dal sapore razzista della proposta di legge del Centro Destra regionale, il “significativo lasso di tempo” era fissato in 15 anni (cioè cinque anni in più rispetto a quelli richiesti per ottenere la cittadinanza italiana!).
La legge è stata approvata una settimana fa con notevoli modifiche rispetto alla tempistica, grazie all’azione dell’opposizione consigliare: Art. 1 Accesso Carta famiglia: da 15 anni di residenza all’abrogazione; Art. 2 Contributi per abbattimento rette asili nido: da 15 anni di residenza a 1 anno di residenza; Art. 3 Assegni per acquisto libri di testo e trasporto a scuola: da 15 anni di residenza all’abrogazione; Art. 4 Assegni di studio per studenti che frequentano le scuole private: da 15 anni di residenza a 5 anni di residenza; Art. 5 Contributi per le famiglie che hanno handicappati o malati gravi da curare: da 15 anni di residenza ad abrogazione; Art. 6 Contributi per accesso alloggi popolari o sostenimento delle rette di affitto; da 15 anni di Residenza a 10 anni di residenza di cui 5 in regione.
Al di là dell’oggettivo miglioramento rispetto alla scandalosa proposta iniziale resta evidente e odiosa la discriminazione, in particolare per ciò che concerne l’ultimo punto, là dove si determina di fatto l’impossibilità per un immigrato (non solo straniero) di trovare un alloggio prima di 10 anni (e anche oltre se prima di venire in Fvg si trovava a lavorare altrove).
Chissà cosa ne pensano i consiglieri comunali di Gorizia, in particolare i neo-leghisti nostrani, gli udc e i se-dicenti cattolici del pdl?
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