Non si capisce ancora bene se la proposta del test antidroga sia una battuta del sindaco Romoli o, come sembra dire lui stesso, “una cosa seria”. Gorizia è una città nella quale la questione del disagio giovanile viene alla ribalta soltanto in occasione di gesti che esprimono il “male di vivere”; inoltre la sua collocazione non certo da oggi la fa essere suo malgrado un crocevia degli itinerari seguiti dai trafficanti. In simile situazione, non viene convocato un più volte richiesto tavolo di lavoro con il SerT, La Tempesta – rimasta una delle pochissime comunità terapeutiche in Friuli Venezia Giulia – e le altre realtà che si fanno carico quotidianamente della sofferenza provocata da tante forme di dipendenza… Viene invece proposto un test anticocaina ai consiglieri comunali per “invitarli a dimettersi” in caso di risultato positivo. Perché non il test antialcool “cacciandoli” mentre sono alla guida? O il test anti prostituzione proponendo un’autocertificazione e dando il permesso di controllarla? O il test anti sesso a pagamento? Qualcuno forse potrà dire che si tratta di una misura esemplare in grado di ridurre lo spaccio e il consumo di droga: c’è chi ha studiato per decenni questi problemi e di fronte a proposte di questo tipo inorridisce. Allora, si lascino perdere intrusioni goliardiche nelle presunte abitudini delle persone (finché queste “abitudini” non incidano sulle scelte pubbliche, ma in questo caso altre sono le competenze da mettere in campo). Ci si affretti piuttosto a favorire in ogni modo le strutture pubbliche penalizzate sistematicamente dalla burocrazia (Il SerT attende da quasi due anni la nomina del responsabile e si constata una sempre più grave carenza di personale); si studino forme alternative di affronto del problema, dalla riduzione del danno (esempio virtuoso da perfezionare Overnight presentato proprio ieri in Provincia) al sostegno alle comunità di prima accoglienza; si portino avanti con convinzione tavoli transfrontalieri per affrontare la questione nel suo insieme. Ma, su problemi così importanti, si lasci stare la propaganda e si convochino per discutere di questi temi i sempre più latitanti consigli comunali (la cui data stavolta viene “democraticamente” comunicata non più con scelta concordata dei capigruppo, ma direttamente attraverso i quotidiani).
Quello della droga è un problema serio, per molti giovani e per le loro famiglie persino drammatico. E che fa Romoli? Organizza una buffonata per coprire l'assoluta inconsistenza delle politiche sociali del Comune rispetto ai problemi del disagio giovanile e delle dipendenze. Ben altra attenzione chiedono e meritano i giovani. L'Italia è, in Europa, il paese con la legislazione più punitiva in materia di droghe e nello stesso tempo è quello in cui il consumo delle stesse cresce di più. Questo vorrà ben dire qualcosa! Le politiche proibizioniste non risolvono il problema, semmai lo accentuano. Mettere la cannabis, meno dannosa dell'alcool e delle sigarette del monopolio statale, sullo stesso piano delle droghe pesanti è altamente diseducativo e controproducente. Non servono quindi le sceneggiate inquisitorie proposte da Romoli, ispirate a una mentalità "da securitate rumena" nel colpevolizzare apriori i cittadini. Servono politiche serie, non propagandistiche, per combattere il traffico, la criminalità organizzata, le cause del disagio e il malessere che porta i giovani a comportamenti pericolosi per sè e per la società. (mm)
C'è un altro test da proporre al sindaco e ai consiglieri comunali: quello anti-evasione fiscale. In questa amministrazione ricca di commercialisti, avvocati e liberi professionisti, i redditi – a giudicare dalle loro dichiarazioni – appaiono piuttosto poveri. Facciamo quindi un test per verificare come questi signori facciano, coi loro proventi da fame, a mettersi addosso diverse migliaia di euro tra vestiti firmati, rolex e altri monili o come fanno a comprare e mantenere le lussuose berline e i potenti SUV con cui si pavoneggiano anche quando devono andare solo fino all'edicola o la panetteria dietro l'angolo. Ci spieghino come li guadagnano i soldi che spendono. Non sia mai che a qualcuno venisse da pensare che oltre alle loro attività professionali ne coltivino altre, magari nel redditizio settore del commercio delle droghe…
il test antidroga è un senso di responsabilità e di buon esempio dalla classe politica. la droga sta circolando sempre più facilmente nel Nostro Paese e i politici dovrebbero muoversi per eliminare questo problema piuttosto che incentivarne l'uso. ecco perchè sarebbe corretto che tutta la classe politica si sottoponga a test antidroga svolti in periodi dell'anno casuali, in modo tale da dare il buon esempio e investire anche in lotta allo spaccio e all'uso di stupefacenti. per questo sono da apprezzare le parole di Pierferdinando Casini leader dell'UDC, il quale ha proposto in Parlamento una legge per legittimare i test antidroga per i politici. questa proposta fu bocciata e questo è un segno che ci dovrebbe far pensare e non poco. l'UDC si mostra sempre attento e interessato alle problematiche dei cittadini ed è nostro dovere fare più attenzione alle parole e alle proposte mosse dall'UDC Andrea Rubiu
Credo che sia un passo importante verso una maggiore trasparenza della classe politica. Un buon inizio, ma non basta. In un periodo dove certamente il clima politico non è dei migliori, credo sia doveroso, che i parlamentari tutti, diano un segno di responsabilità e coerenza, verso chi ha dato fiducia ad un progetto di rinnovamento e sviluppo. E' ora di dare una scossa a questa politica, una scossa che fa cambiare radicalmente il modo di fare politica. Dialogo sui veri problemi degli italiani, serietà di chi si occupa della cosa pubblica, lealtà e rispetto delle leggi; questi punti sembrerebbero scontati, ma è proprio questo il problema: non lo sono per niente. Lavoriamo per un interesse collettivo, accantoniamo i personalismi e i partitismi, l'Italia ha bisogno di questo. Mattia Ventroni
Credo che tutti i politici dovrebbero fare il drug test perchè è giusto che gli elettori sappiano realmente chi sono le persone a cui danno il proprio voto e andranno a rappresentarli nelle istituzioni. Ho sempre apprezzato Casini dell'UDC in tal senso: ha sempre sostenuto, infatti, l'esigenza che i nostri rappresentanti si sottoponessero al test. Di una cosa sono certa: coloro che faranno il test daranno sicuramente il buon esempio e dimostreranno serietà al Paese…gli altri, beh… sicuramente no!Samantha Pinna
"la città che non c'è"