I due consiglieri comunali Sartori e Comolli hanno sottoscritto una mozione con cui s’impegna il sindaco a mantenere il crocifisso nelle sale pubbliche «come segno della nostra tradizione culturale, identità nazionale e regionale». Come nella maggioranza delle aule pubbliche della città, in quella principale, l’aula del Consiglio Comunale, non è esistito fino a oggi alcun simbolo religioso o culturale esplicito: se i due domandano di “mantenere” (e non di “appendere”) uno dei principali simboli cristiani in un’importante aula pubblica – da loro abitualmente frequentata -vuol dire che né loro né altri si sono mai accorti della presenza o meno di quel segno religioso così immenso e sconvolgente per i credenti. E che quindi questa mozione è sottoscritta soltanto per strumentalizzare e rendere insignificanti proprio quei “valori umani” che si vorrebbero tutelare: cari consiglieri, scherzate coi fanti ma…!
L'iniziativa dei consiglieri Comolli e Sartori è un modo come un altro per far sapere che loro in Consiglio ci sono. Che poi in trenta mesi di frequentazione dell'aula del Consiglio non si siano accorti della presenza, pardon, della assenza del crocefisso è un dettaglio – per loro – assolutamente secondario. Come il fatto che i cittadini tutti non si sono accorti della loro presenza in Consiglio Comunale. Nemmeno adesso. Sartori e Comolli, chi?
Donald Lam