Il risultato del referendum in Svizzera contro la realizzazione di minareti ha colto di sorpresa un po’ tutti, compresa la conferenza episcopale elvetica che ha definito l’evento “un ostacolo sul cammino dell’integrazione e del dialogo”. Saggi i vescovi, spiazzati i partiti, ma davvero non pensavano che la clamorosa iniziativa avrebbe avuto successo? Chi semina vento raccoglie tempesta: la moltiplicazione degli appelli alle “radici cristiane dell’Europa”, le “battaglie” per la presenza del crocifisso nei luoghi pubblici, le petizioni contro la realizzazione delle moschee nelle città, le posizioni della Lega Nord sempre più vicine a quelle delle destre xenofobe…. tutto ciò fa da sfondo culturale a una sempre più ignorante e razzista opinione pubblica contraria al sereno confronto fra le religioni e più in generale a un’Europa unita nella diversità. Forse questo voto popolare dalle proporzioni impreviste può suonare come un campanello d’allarme sia per il mondo politico – per esempio decidendo di farla finita con gli ordini del giorno contro la sentenza della Corte Europea a favore della presenza dei crocifissi nelle scuole – che per il mondo cattolico – vigilando sui rigurgiti del cristianismo soltanto culturale e prendendo le distanze senza se e senza ma dalle iniziative leghiste.
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