Come volevasi dimostrare: Romoli si presenta a Monfalcone con la parola d’ordine del “patto indissolubile” accolta con convinzione da Pizzolitto e dal Pd provinciale. Il pd goriziano con Portelli chiede una riunione urgente di capigruppo con il sindaco che in verità era già stata decisa e fissata nella riunione degli stessi capigruppo per questo venerdì alle ore 17. Tutti vogliono l'”unità” per evitare che la divisione porti ulteriori danni alla già sgangherata sanità “provinciale” (come usa dire il primo cittadino del capoluogo). E adesso? Chiedere a Romoli se si è sbagliato quindici anni fa quando con Fasola ha seminato le piante che ora danno i loro non-frutti è rompere l’unità in un momento in cui “bisogna convergere”? Domandare ai politici (di entrambi gli schieramenti) che hanno calcato le sedi regionali in questi ultimi due decenni cosa hanno fatto per evitare la situazione attuale è menare il can per l’aia e “rompere” le indispensabili alleanze? Cercare di capire l’operazione vendita san Giovanni di Dio gestita da personaggi importanti della politica goriziana è inutile dietrologia? Dire che “il gioiello del nord est” è una barca piena di falle è disfattismo politico?Insomma, gli schieramenti si domandano se è tempo di procedere da soli attestandosi sulla linea della ricerca di qualche certezza rischiando di passare per responsabili dei quasi certi prossimi fallimenti a livello regionale oppure di saltare sul carro del duo Romoli-Pizzolitto accettando il patto indissolubile che porterà a riconoscere loro il merito di “averci per lo meno provato”.
Questi politici da Bagaglino sono anni che non solo ci provano ma pure "c'azzeaccano". Ora che i nodi vengono al pettine non solo per Gorizia ma anche per Monfalcone, come largamente previsto e prevedibile in tempi non sospetti, i primi cittadini si mobilitano, si muovono, anzi "fanno ammuina". Fino a ieri silenti, l'uno contento di un ospedale dignitoso che faceva la rabbia di Gorizia, l'altro felice di aver fattivamente concorso a dare ai suoi concittadini un ospedale nuovo all'amianto che è costato più del doppio di quanto preventivato. I più felici dell'operazione i Fatebenefratelli spa che commossi doppiamente ringraziano: per il contributo regionale per l'originaria costruzione del San Giovanni di Dio e per il successivo acquisto, sempre da parte della Regione, dello stesso San Giovanni di Dio. Insomma, un ospedale uno e bino (e per diventare trino c'è tempo).
Ora, dunque, la parola d'ordine è una sola: stringere e serrare le fila in difesa della sanità isontina. Per tre mesi si è impedita la discussione in Consiglio comunale a Gorizia grazie ai sistematici rinvii organizzati da Valenti e dal presidente del Consiglio Roldo, ora l'inviro è uno solo: "non dobbiamo dividerci ma fare sistema per una strenua difiesa della sanità isontina".
La risposta può essere una sola: BUFFONI!!!
Donald Lam