In realtà nell’interpretazione dell’evangelista Matteo quel bambino aveva talmente spaventato qualcuno da costringere i suoi genitori a trascinarlo precipitosamente in Egitto per evitare di essere coinvolti in una terribile strage di infanti scatenata indirettamente per causa sua; e se veramente il crocifisso non disturbasse nessuno semplicemente non esisterebbe, a meno di ridurre quell’esecuzione a un accesso di pazzia dei sacerdoti o all’ìgnavia di Ponzio Pilato.
Quel bambino e quel crocifisso disturbano eccome! Mettono in gioco un sistema di interesse garantito dai poteri forti della politica, della cultura, della religione di ogni tempo: quello dei re Erode che mettono a tacere tutti coloro che contestano l’assolutismo, quello dei sacerdoti dei vari templi che negano ai fedeli l’accesso al Dio della libertà, della giustizia e della pace.
Quello di chi saccheggia per il proprio interesse le parole evangeliche sull’amore, di chi vuole disinnescare la potenza rivoluzionaria della fede imprigionando il bambino nei presepi di cioccolata e il crocifisso sulle pareti delle pubbliche sale; mentre milioni di innocenti sono uccisi dalla fame e dalla guerra, popoli interi migrano su mezzi molto meno sicuri dell’asinello di Maria e Giuseppe e “non trovano posto negli alberghi”, gettati nei Centri d’espulsione, abbandonati in balia delle chimere del capitale, rigettati in mare da chi si arroga di nuovo il diritto di dichiarare che “Dio è con lui”; con lui, non con gli “altri”…
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