Dopo aver letto le pacate e concilianti parole espresse da Gaetano Valenti, capogruppo del PdL in Consiglio Comunale, che attribuisce ad alcuni giudici politicizzati, ad alcune trasmissioni televisive e a “certa stampa”, l’aver introdotto e instaurato nella politica italiana un clima di totale contrapposizione e di scontro frontale, si resta annichiliti dalla protervia delle parole e dal totale stravolgimento dei fatti. E’ solo di qualche giorno addietro la conciliante affermazione di Silvio Berlusconi di voler strozzare con le proprie mani chi scrive di mafia e contro la mafia. Di poco precedente l’invito del ministro Brunetta a “questa sinistra di merda di andare a morire ammazzata”. Più indietro nel tempo sono stati Berlusconi e Dell’Utri a fare di Vittorio Mangano , mafioso pluriomicida condannato all’ergastolo, un eroe italiano, quasi a contrapporlo a Falcone e Borsellino. E poi si potrebbe ricordare quella metà degli italiani da Berlusconi definiti “coglioni” perché non votano per lui,oppure l’aver definito dei”matti antropologicamente diversi dalla razza umana” i magistrati, o ancora l’aver qualificato come “fomentatori della guerra civile” i giudici costituzionali. E che dire di quando il centro destra invocava il “regicidio “per rovesciare Prodi o quando Bossi inneggiava alla guerra civile o mostrava in tv una pallottola per i giudici, che nelle valli padane si compera con trecento lire, o ricordava che avrebbe “drizzato la schiena” ad un pm poliomielitico? Se la memoria di Valenti non ricorda possiamo riesumare la definizione affibbiata a Giancarlo Caselli, procuratore di Palermo: “assassino”, “mafioso”, “mandante morale dell’assassinio di don Puglisi, tutte “gentilezze” sparate dal centrodestra e dai suoi giornali e televisioni. Il nostro capogruppo non ricorda ancora? Il ministro La Russa ha così apostrofato i giudici europei sulla questione del crocefisso: “dovete morire tutti”. Potremmo continuare con le minacce urlate da Berlusconi al Congresso del Ppe di modificare comunque la carta costituzionale per sgomberare il campo dagli organi di garanzia, tanto lui ha le palle, oppure ricordare che ha definito “golpisti” gli ultimi tre Presidenti della Repubblica, ma sappiamo già che in ogni caso la memoria, a Gaetano Valenti, non tornerà. E del resto, si trova in ottima compagnia, proprio oggi il piduista Fabrizio Cicchitto ha detto che i giudici hanno liquidato la prima repubblica e i suoi partiti storici. Forse si è dimenticato del pregiudicato Craxi e dei suoi amici, “l’onto” De Michelis, anch’egli pregiudicato e a Venezia conosciuto come “Gianni Demeischei”, del democristiano Bernini, di Cusani, di Cagliari e via via su su fino al “mariulo” Mario Chiesa, da cui tutto è partito. Ma, si sa, per Cicchitto e per Valenti è stata ed è tutta una manovra politica “giustizialista” guidata dai comunisti. A costoro non viene in mente – perché proprio non possono – che in assenza di corruzione o di contiguità con la mafia o con l’avvocato Mills, a nessuno verrebbe in mente di indagare.
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