Un gesto di violenza come quello compiuto ieri sera contro Berlusconi deve essere riprovato senza se e senza ma: il suo volto insanguinato e smarrito denuncia un atto del tutto insensato, che ha provocato dolore, suscitato preoccupazione, generato sgomento e autentica solidarietà.
Senza questo stupido finale l’aggettivo “inqualificabile” sarebbe stato attribuito al protagonista del comizio che rivolgendosi a chi lo contestava ha detto che loro, i “liberali”, non avrebbero mai fischiato nessuno: lo ha detto gridando tre volte con una rabbia mai vista “vergogna!”
Memoria corta o necessità di aizzare le folle? Mah, è difficile dimenticare le “piazze” di Forza Italia, le urla contro i governi precedenti, gli inviti a “prendere le armi contro Roma” del più fedele alleato Bossi. Come è difficile immaginare che Berlusconi – tra un baciamano e l’altro alle eccellenze e eminenze convenute – non avesse sentito l’indegna gazzarra inscenata dai suoi sugli spalti dello stadio Bentegodi all’ingresso dell’allora Presidente Prodi non in occasione di un comizio ma niente meno che della visita di Papa Benedetto XVI a Verona.
Comunque la si pensi non sarà certo la violenza a salvare la democrazia, al contrario ogni goccia di sangue rischia di cancellare le bugie e di rafforzare chi già si sente una specie di mezzo martire “miracolato”.
Nei giorni scorsi il prfesidente della Camera Gianfranco Fini giustamente ricordava che in politica ci sono degli avversari da battere, mai dei nemici da distruggere e che nella competizione elettorale una volta può vincere uno e la volta successiva l'altro schieramento. Non dunque nemici ma solo avversari da battere nella competizione democratica. Mai, in ogni caso, il ricorso alla violenza fisica, "senza se e senza ma".
Resta un dato di fatto: che i dittatori – o gli aspiranti tali – che vogliono eliminare gli organi di garanzia e di tutela della legalità repubblicana modificando a loro piacimento la carta costituzionale, o sono molto amati o sono molto odiati.
marcinkus
Purchè non si abbia un'idea della violenza un po' limitata: violenza è anche togliere i punti di chi vuole andare in pensione, mettere le mani nel tfr, civettare con i mafiosi che fanno le stragi, voler impedire la democrazia con leggi elettorali che vietano di esprimersi. Allora si dica no a tutte le violenze, sapendo che al mondo esiste anche il mobbing, punito dalle legge, quindi lo stesso stato riconosce l'esistenza di violenze non solo fisiche e noi a queste siamo sottoposti da parecchio tempo. Certo, Berlusconi insanguinato mi fa pena, ma mi fa pena anche chi viene brutalmente respinto con il gommone o chi, come il lavoratore nero di cui nessuno parla, viene ucciso perchè chiede il salario, o il collega che da pensionato dovrà fare una visita in meno. Capiamo i giovani di Piuma, allora anche il disperato di Milano. Capiamo, intendo, dopodichè l'azione isolata, come dimostrano gli attentati a Mussolini, non risolve niente. Ha risolto però, oltre all'intervento alleato, anche la Resistenza.
Caro Anonimo, meno arzigogoli dialettici altrimenti il tutto risulta un minestrone in cui tutti i sapori si annullano. E poi, che vuol dire: "capiamo i giovani di Piuma"? Cos'è questo buonismo d'accatto per cui colpevole della violenza sarebbe la società, forse il contesto familiare, i modelli proposti dai media e compagnia cantando?
Nel caso di Berlusconi violenza c'è stata, e va denunciata. Detto questo, resta la violenza espressiva dello stesso Berlusconi che vorrebbe strozzare con le sue mani chi scrive di mafia e contro la mafia, resta la violenza ministeriale di chi vuole la sinistra morta ammazzata, resta la violenza di chi vede nei giudici esseri antropologicamente diversi dalla razza umana, resta la violenza di chi eleva il mafioso e pluriomicida Vittorio Mangano alla dignità di eroe, resta la violenza di chi dalle valli padane minaccia la guerra civile, resta la violenza ……
Insomma, credo abbia ragione "marcinkus" (vedi più sopra): i dittatori o gli aspiranti tali, oltre ad essere molto amati, possono essere molto odiati.
Donald Lam