Qualcosa si muove, finalmente volti e idee nuove nella politica italiana: protagonisti un signore distinto di cognome Casini, un astro nascente dalle belle speranze chiamato Bersani, un personaggio suadente con qualche somiglianza fisica con il giovane Rutelli radicale ai tempi dei dinosauri e con l’altro più maturo che fu sindaco di Roma, oltre all’assoluta novità di un ex magistrato entrato da qualche giorno in politica, tal Antonio Di Pietro; si parla anche di un asso della manica, uno strano personaggio che si vocifera essere stato fascista ma che secondo qualcuno avrebbe recentemente detto cose mirabolanti….
Bene, questo manipolo di eroi tenta di sovvertire le sorti del centro e di quella che si fa fatica a chiamare sinistra italiana: basta con i giochetti di partito, con i mostri sacri e inamovibili che hanno determinato i percorsi degli ultimi trenta e più anni della politica, con i venefici personalismi e con le ginoflessioni davanti alla Confindustria e al Vaticano. Il loro programma è chiarissimo e anche essenziale: “per l’intanto rovesciamo Berlusconi, poi si vedrà.”
Una raffica di terrore percorre i vetusti palazzi della destra, da Arcore si sentono lamenti ininterrotti e grida stridule: forse è il premier che sospira “i cittadini non mi vogliono più bene” o forse è xxxxx (censura). I suoi alleati si accalcano ai cancelli per consolarlo, in realtà sgomitano e cercano la pole position per la corsa alla successione: i più accaniti – novelli Leone Magno contro Attila sul Mincio – brandiscono pesanti crocifissi e attendono soltanto l’ordine del capo per scagliarsi contro coloro ai quali hanno già rubato i più elementari diritti civili.
Altrove si piangono lacrime vere, ma nessuno sembra accorgersene: la crisi falcia i posti di lavoro come i campi di segala d’estate, gli stipendi non consentono di tenere il passo al carovita, il sistema del welfare viene dissanguato dai costi esorbitanti degli sprechi di stato, la produzione langue e il Paese perde lentamente il proprio prestigio europeo.
Non c’è problema, lo spettacolo deve continuare…
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