I commenti del giorno dopo inquietano. Infatti, scontata la condanna del gesto da parte di tutti – compreso lo stesso autore – si moltiplicano i segnali di un vero e proprio regime. La Bindi e Di Pietro vengono fatti a fettine perché non si stracciano abbastanza le vesti e osano includere il premier tra i destinatari degli appelli alla moderazione di Napolitano. La stampa non ancora del tutto allineata viene additata come potenzialmente eversiva e i siti del libero Internet sono addirittura minacciati di censura preventiva. I cittadini sono sgomenti, le immagini del sangue del premier scorrono ininterrottamente sotto i loro occhi, serpeggia la paura: che si stia alzando il livello dello scontro ma anche che si moltiplichino i pretesti per una svolta autoritaria. Bersani preferisce non approfondire e va caritatevolmente a visitare l’infermo, altri dicono semplicemente quello che pensa poco meno di metà dell’elettorato italiano, che cioè un episodio da condannare senza alcuna esitazione non esime dalla critica nei confronti delle “politiche” governative: vengono tacciati di fomentare la guerra civile, di irresponsabilità, di disumanità. Lui, il segretario Pd, buono; tutti gli altri (politici, giornalisti, magistrati, letterati, ecc.) cattivi… “Quattro zampe buono, due zampe cattivo” strillavano senza posa le pecore della “Fattoria degli Animali” istruite da Clarinetto all’inizio dell’orwelliana rivoluzione… Da rileggere oggi, con qualche brivido.
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