I disagi patiti negli scorsi giorni nei trasporti sono un richiamo al fatto che l’interesse della nostra terra non risiede più nella collocazione strategica, bensì nell’appeal turistico, storico e soprattutto culturale. Dimenticare questo e trincerarsi orgogliosamente dietro al paravento delle nuove grandi opere significa condannare all’isolamento definitivo il territorio regionale e in particolare goriziano.
E’ vero che la nevicata dell’altra mattina è stata breve ma intensa e soprattutto immediatamente seguita da un freddo polare che ha portato la vecchia colonnina di mercurio a indicare fino a quasi venti gradi sottozero in pianura. Tuttavia fa un certo effetto sentire i referenti locali di Trenitalia dire in tv che si è trattato “di un evento assolutamente straordinario e di proporzioni imprevedibili”. Si tratta di una spiegazione dei treni soppressi e degli altri disagi ai passeggeri che potrebbe essere giustificabile soltanto all’equatore o presso i tropici…
Anche la situazione delle strade dava adito a qualche pensierino, ad esempio è difficile attribuire soltanto al maltempo la presenza di scie di ghiaccio sulla grande viabilità presso il confine di Rabujese quando dalla parte slovena – a cento metri di distanza – anche le strade secondarie erano perfettamente ripulite.
Dal 12 dicembre tutti i convogli provenienti dal Friuli Venezia Giulia si fermano a Venezia: chi vuole andare oltre deve trasferirsi su un altro treno, ritardi permettendo l’Alta Velocità dovrebbe avvicinare una parte d’Italia, ma di fatto rischia di allontanarne un’altra.
I lavori per la terza corsia dell’A4 penalizzeranno molto il traffico nel supercongestionato “gioiellino” di Autovie Venete; dopo la posa della prima pietra della ristrutturazione si prevedono tempi più propizi invece per il raccordo nostrano, dove è davvero difficile pensare una situazione peggiore dell’attuale.
C’è chi sogna il Corridoio 5, pensandolo come il toccasana: tutto è di fatto ancora da definire, mentre la Slovenia in tempo record ha costruito le principali infrastrutture sull’asse sud-nord, potenziando il porto di Capodistria e proiettandosi con una rete autostradale d’eccellenza verso il mare del Nord. E’ vero – ed è difficile pensare al caso – che gli sloveni hanno messo molto meno impegno nella realizzazione del raccordo autostradale Razdrto – Vrtojba, completato con molto ritardo sul previsto e con un risultato non certo entusiasmante che suscita qualche dubbio sull’utilità della rinnovata Villesse – Gorizia pomposamente definita “la futura porta dell’Est”.
Insomma, c’è il concreto rischio di essere tagliati fuori da tutti: dal resto del Nord Italia che si può raggiungere soltanto “cambiando” a Udine/Monfalcone e Mestre, dal corridoio 5 che – ammesso che si realizzerà -“salterà” a pié pari Gorizia, dalla Slovenia che sembra privilegiare l’asse verso il nord… Se non ci sarà qualche soprassalto d’orgoglio culturale, altro che capitale dell’euroregione, Gorizia diventerà una triste periferia della storia!
a meno che qualcuno non voglia proprio questo:liquidare la provincia di Gorizia, costringere una città nell'angolo. Fin quando era utile baluardo contro gli slavo comunisti, un senso lo aveva, adesso è un relitto del passato che non interessa a nessuno.