La vita di don Vojko Makuc è stata una grande testimonianza di fede e umanità. Quello che ha sempre dimostrato e insegnato è l’arte di pensare con la propria testa, con una capacità non comune di unire la certezza della propria convinta adesione al Vangelo con una sana capacità critica di giudizio. Un uomo di pace che ha svolto il suo ministero in situazioni non facili, segnato a volte dalla solitudine ma caratterizzato sempre da uno sguardo di profondo affetto nei confronti delle persone. In una riunione svoltasi nel tempo in cui era parroco a Sgoniko alla domanda su come faceva a dimostrarsi sempre così forte e sereno aveva risposto “facile, basta amare ogni persona che incontri”. Piace accompagnare il viaggio di questo costruttore di comunione e fraternità con la memoria di questo grande amore.
Anche Livio Oppieri ha segnato la storia e la vita della città: uno degli ultimi rappresentanti della Gorizia ebraica, quella che ha avuto un ruolo determinante per la costruzione della cultura e della civiltà goriziana. Anche uno degli ultimi ebrei goriziani che sono stati deportati nei campi di sterminio nella tragica notte del 23 novembre 1943: sopravvissuto ad Auschwitz ha dato il proprio contributo di memoria e impegno per il bene di tutti e per la crescita di nuove generazioni libere dal veleno razzista che ha portato fino a quella tragica notte. Gorizia deve gratitudine a persone che hanno vissuto simili eventi e che l’hanno onorata con la loro vita.
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