Siamo da sempre convinti che la collaborazione o ancor meglio l’integrazione del territorio isontino italiano e sloveno sia per Gorizia una necessità oltre che una grande opportunità. Si tratta di un obiettivo da perseguire con costanza, convinzione, concretezza e competenza.
Per questo, a malincuore, non abbiamo potuto condividere i troppo facili entusiasmi con cui un raffazzonato progetto di GECT (Gruppo europeo per la cooperazione territoriale) è stato presentato all’opinione pubblica come magico strumento in grado di rianimare dallo stato comatoso degli ultimi anni la collaborazione tra i tre comuni di Gorizia, Nova Gorica e Sempeter-Vrtojba. Si è cercato di presentare quello che in Europa è stato pensato e costruito essenzialmente come strumento di gestione di programmi comunitari (commisurati a un livello interregionale e non certo di area urbana) come un improprio ente di programmazione strategica e di governo del territorio.
Temiamo pertanto che questa iniziativa non diventi altro che un inutile perdita di tempo, energie e risorse, rallentando la collaborazione anziché farle fare il necessario salto di qualità.
Che senso ha sostenere che il GECT servirà ad attivare canali preferenziali di finanziamento direttamente da Bruxelles, come ha fatto anche sulla stampa il sindaco Romoli, quando chiunque si sia occupato con un minimo di competenza di progetti comunitari sa bene che simili scorciatoie in Europa semplicemente non esistono? Perché nel momento in cui i programmi di cooperazione territoriale si stanno allargando verso dimensioni d’area vasta inter-provinciali e persino inter-regionali, ci si chiude in una dimensione territoriale insufficiente persino a candidarsi, da sola, a un “interreg” Italia-Slovenia? L’isontino dispone di un Protocollo di collaborazione, unico strumento di collaborazione già ufficialmente riconosciuto dai due governi nazionali. Certamente andrebbe rilanciato e dotato di un’efficace struttura operativa. Perché, se davvero si crede nella collaborazione, non si è voluto percorrere quella via, dimensionando la programmazione strategica in tema di trasporti, logistica, energia e quant’altro in una più opportuna dimensione d’area vasta?
Non sarà che a qualcuno preme soltanto di fare il primo della classe puntando più sui proclami che su reali programmi di cooperazione? Un eventuale GECT dovrebbe infatti essere un punto d’arrivo della collaborazione già in atto, lo strumento per rimuovere gli ostacoli specifici incontrati. Ad esempio, per gestire l’integrazione transfrontaliera in campo sanitario, ma in tal caso, con un GECT non certo di tre comuni ma comprendente tutti gli enti competenti in campo sanitario, a cominciare dalla regione e dal governo sloveno.
Queste ed altre incongruenze ci fanno fortemente dubitare nell’efficacia del percorso intrapreso con la solita autosufficienza e presunzione da questa maggioranza. Non c’era alcun motivo per fare in fretta e male questo passo, ignorando le argomentate proposte migliorative che abbiamo presentato con l’intento di correggerne gli errori. Come sempre, con questa maggioranza, è stato inutile.
Per questo motivo noi consiglieri del Forum per Gorizia, Italia dei Valori, Progetto Gorizia ci siamo astenuti dal partecipare a un voto-farsa, ma continueremo a lavorare seriamente e col consueto impegno per una effettiva integrazione con Nova Gorica.
Marko Marincic, Anna Di Gianantonio, Andrea Bellavite, Donatella Gironcoli, Bernardo De Santis
Bene, finalmente un'embrione di opposizione coordinata, lasciando ad altri il compito di essere "diversamente concordi" stando sui banchi del Consiglio senza governare e senza opporsi.
Donald Lam
Donald Lam,
chi sarebbero i "diversamente concordi"?
Guarda che se non fosse per l'Ulivo (PD-S.Skupnost) e Sinistra e Libertà…l'opposizione semplicemente non esisterebbe! Anzi, diciamo che senza di loro l'opposizone a romoli diventerebbe pura testimonianza su uno o due temi … (giusto quelli che interessano: museo del '900 e sanità)