Continua la discussione sul Gect.
Prende posizione anche il Skgz che con il presidente Semolic plaude alla sede del Trgovski dom, proposta accolta con perplessità dalla Slovenska skupnost. Chi ha predisposto Statuto e convenzione si dice basito delle critiche piovute dall’opposizione nell’apposita commissione consigliare, i rappresentanti del centro sinistra replicano promettendo numerosi emendamenti al testo introduttivo, l’unico che potrà in qualche modo essere modificato nella seduta contestuale (purtroppo non congiunta) dei tre consigli comunali presumibilmente il prossimo 21 gennaio.
In realtà due sono le scarne certezze che stanno alla base delle dichiarazioni di questi giorni: la prima è l’ovvio appoggio unanime a qualsiasi forma di costruzione condivisa del futuro del territorio goriziano, la seconda la totale mancanza di informazione che ha preceduto ma anche seguito la presentazione da parte dell’Assessore Pettarin. Questa confusione rischia di portare il confronto dal piano politico a quello ideologico riducendo la questione a Gect “sì” o Gect “no”. Naturalmente “sì” del centro destra che attacca l’opposizione rubandole uno dei suoi storici “cavalli di battaglia”. Cadere in un simile equivoco significherebbe ostacolare la salita su quello che forse per Gorizia e dintorni può essere l’ultimo treno per procedere verso uno sviluppo autenticamente realistico e sostenibile, già abbastanza contrastato da quelli che “a volte ritornano” (vedi Fasola e l’odierna intervista al Piccolo che attende immediata replica dagli attuali amministratori cittadini).
Si tratta quindi di reclamare quanto prima o di realizzare momenti di conoscenza delle opportunità e delle criticità che consentano ai cittadini di essere sufficientemente informati senza vedersi paracadutare addosso strumenti e conseguenti contenuti di cui non hanno assolutamente mai sentito parlare.
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