L’ex valico di san Pietro resta nel piano delle alienazioni varato ieri sera dal Consiglio Comunale. E non è stato recepito neppure l’ordine del giorno presentato dal Forum con l’appoggio di tutti i gruppi di minoranza finalizzato a richiamare la Giunta e l’assessorato alla cultura sull’importanza del Museo diffuso del Novecento da realizzare a cavallo del confine in collaborazione con il Goriski Muzej di Kromberk. Non sono state prese in considerazione le documentate risposte alle obiezioni sui costi di mantenimento e di custodia, è stato invece prospettato l’investimento sostanzialmente a senso unico sul Museo dell’Arcidiocesi, in grado – secondo i responsabili della cultura goriziana – di attirare i turisti in quanto custode del “tesoro” di Aquileia. E’ una grande occasione perduta e l’unica speranza sta ormai nel mancato interesse da parte di possibili acquirenti, almeno fino alle elezioni del 2012. Il “tesoro di Aquileia” è costituito da preziose suppellettili religiose simili a quelle che si possono facilmente vedere in qualsiasi antica cattedrale del Friuli Venezia Giulia o delle regioni limitrofe: possono suscitare l’interesse di appassionati e consentire importanti ricostruzioni storiche agli studiosi; ma certamente l’attrattiva turistica di Aquileia sta nella sua Basilica e nei suoi impareggiabili mosaici, non certo nei calici dorati, nei paramenti sacri, nelle mitrie o nel bel pastorale di cristallo di Marquardo di Randeck. Ciò che invece rende unica in Europa la nostra terra è proprio la memoria del Novecento, l’alba austroungarica, la tragedia della Prima Guerra, le devastazioni del fascismo, la seconda guerra mondiale con l’annientamento della comunità ebraica, il primo tragico dopoguerra con le foibe e l’amministrazione anglo-americana, il confine con la Jugoslavia, la Transalpina, la nascita dello Stato sloveno fino al’ingresso della Slovenia nell’Unione europea e alla caduta definitiva dei valichi confinari. Tutto ciò non esclude, anzi fonda la valorizzazione della storia dell’Arcidiocesi, delle fasi di costruzione del bellissimo Castello e più in generale dei mille anni della “villa que slavorum lingua vocatur Goriza”. Si è perso il Rafut, ora cola a picco anche la casermetta di san Pietro: può sembrare poco, in realtà con questi luoghi simbolo si perde anche il progetto della ricostruzione di una memoria capace di offrire al territorio percorsi significativi per un futuro di giustizia, di cooperazione e di pace.
Incredibili le motivazioni della svendita: non ci sono soldi per gestire. Invece i soldi ci sono per il musero dell'arcidiocesi, che aprirà nel 2010, anche se ancora non si sa bene cosa ci si metterà dentro. Vendere i valichi8 è una follia, è svendere la parte della storia della città che può interessare di più il resto d'Italia. Se tra i nostri 25 lettori c'è qualche persona abiente, qualcuno che ci crede, qualcuno che sa intraprendere, perchè non pensiamo a comprarcelo? Io sono disposta a prenderne una parte, so che sto facendo un investimento. adg
OK, importante il tema…
ma vorei sottolineare anche la bocciatura dell'ODG presentato dal PD sul piano alienazioni… segue comunicato inviato alla stampa l'altroieri e parialmente pubblicato dalal stampa.
"Uno degli atti propedeutici al bilancio è il piano delle alienazioni.
In sostanza, è l'elenco delle proprietà che il comune intende mettere sul mercato per far cassa e con cui finanziare una parte delle proprie spese.
Su questo tema, niente affatto secondario, ho proposto al consiglio comunale di votare degli indirizzi di buon senso e che impegnassero la giunta. Indirizzi che purtroppo sono stati respinti dalla maggioranza."
"Avevo innanzitutto richiesto che almeno i presidenti delle circoscrizioni fossero coinvolti in merito all'utilizzo dei finanziamenti che il comune realizza dalla vendita dei terreni nel rispettivo quartiere. E' sacrosanto che almeno una parte degli utili venga “reinvestita” in arredo urbano o in opere pubbliche del quartiere. Opere finora sempre promesse e mai finanziate."
"Con uno sguardo al futuro, avevo richiesto che le sedi dei consigli di quartiere, organismi di partecipazione di cui ancora il centro-destra non vuol far conoscere il destino, a riforma avvenuta rimangano nel patrimonio e nella disponibilità del Comune. Esse sono dei punti di riferimento per i borghi e potranno divenire, ad esempio, le sede di associazioni di volontariato.
Questi indirizzi sono stati purtroppo respinti dalla destra."
"Più grave, infine, la bocciatura del terzo indirizzo, che riguardava il destino degli alloggi comunali di edilizia sovvenzionata. Avevo proposto che queste case rimanessero di proprietà del comune, in modo che ne possa disporre anche in futuro per finalità sociali. Le intenzioni della destra, che ha bocciato questo indirizzo, sono invece per un'alienazione pure di questi elementari presidi abitativi. La casa è un bisogno essenziale per tutte le famiglie. E finora, oltre ad ATER, anche il Comune riusciva a farvi fronte pur tra mille difficoltà. Scegliere di vendere tutto, soprattutto in questo periodo di crisi, la dice lunga sulle velleità sociali di questa giunta. Anche su questo, solo spot. Impegni concreti sul futuro, invece, nulla."
Federico Portelli